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Blue Monday: riecco il giorno più triste dell’anno

17.01.2022 – 13.44 – Ci mancava solo l’estrema incertezza data dal perdurare della pandemia a rendere il giorno più triste dell’anno ancora più triste. Le giornate sono buie, corte e fredde, inizia una nuova settimana di lavoro, il Natale è alle spalle con relativi sensi di colpa per le abbuffate, i chili presi ed i soldi spesi e la Pasqua è ancora lontanissima, per non parlare delle vacanze estive.
Così non è difficile credere che nel mese di gennaio possa cadere il giorno più triste dell’anno e perché da anni in tutto il mondo si parli del cosiddetto “blue Monday” e delle strategie per affrontarlo. L’individuazione del terzo lunedì di gennaio come data del giorno più triste dell’anno viene attribuita allo psicologo Cliff Arnall, quando lavorava come tutor presso il Centre for Lifelong Learning dell’Università di Cardiff. Era il 2005 quando Arnall inviò un comunicato che fu ripreso sul The Guardian. Poco dopo lo stesso giornale avrebbe pubblicato un comunicato con il quale l’Università di Cardiff prendeva le distanze dalla teoria di Arnall.

A sostegno della sua tesi, Arnall disse di avere trovato la data ideale nel tentativo di cercare di favorire le compagnie di viaggio, osservando come i viaggiatori siano più propensi a programmare un viaggio quando si trovino in uno stato di profondo malumore. Per calcolare questa data affermò di aver formulato un’equazione che prendeva in considerazione fattori che includono le condizioni meteorologiche, il tempo trascorso dal Natale e dalle vacanze estive; la capacità di fronteggiare i debiti o le troppe spese, il fallimento dei buoni propositi riguardanti diete e stili di vita più sani ed i livelli di motivazione.
Numerosi furono gli scienziati che si scagliarono contro Arnall e la sua teoria, sottolineando la mancanza di un senso matematico dei termini che compaiono nell’equazione e definendo il lavoro il lavoro come farsesco e con misurazioni prive di senso. Tuttavia la suggestione che esercitò questa teoria fu molto forte ed in seguito il concetto è stato per scopi pubblicitari. In ambito legale, ad esempio, venne definito il “lunedì del divorzio” (Divorce Monday), notando che durante il mese di gennaio veniva intrapreso il maggior numero di procedimenti per il divorzio rispetto agli altri mesi dell’anno.

Diversi anni dopo, precisamente nel 2018, Arnall dichiarò che non era mai stata sua intenzione far sembrare negativa quella giornata, ma piuttosto contribuire alla ricerca nel marketing del turismo. Riferì anche che stava lavorando con Virgin Atlantic e Virgin Holidays con la precisa missione di sfidare alcune delle notizie negative associate alla presunta tristezza attribuita al mese di gennaio. Forse proprio la necessità di dover ribattere a tali e tante accuse, lo portò a dichiarare di avere calcolato anche il giorno più felice dell’anno, una data che tende a ricadere vicino al solstizio d’estate nell’emisfero nord, ovvero tra la seconda e la terza decade di giugno. Tra i parametri considerati da Arnall per questa nuova teoria figurano fattori come il clima e la temperatura, l’attività all’aperto, le interazioni sociali, i ricordi legati alle estati precedenti e l’attesa delle vacanze in arrivo.

Di fatto però, la celebrità del lunedì triste rimane inalterata e in rete si sprecano i consigli per superare dunque questo periodo con l’assoluta certezza che i mesi successivi saranno caratterizzati dalla quasi totale assenza di giorni festivi.

[g.m]

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