09.12.2024 – 13:19 – L’occupazione in Veneto ha segnato un incremento significativo negli ultimi due anni, con 55mila nuovi posti di lavoro creati e una disoccupazione in calo al 2,9%. I dati, elaborati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre sulla base delle analisi di Prometeia, evidenziano una crescita dell’occupazione regionale del 2,5%, portando il totale degli occupati a 2,2 milioni. A livello nazionale, il governo Meloni ha visto un aumento complessivo di 847mila occupati (+3,6%), distribuiti tra 672mila lavoratori dipendenti e 175mila autonomi. Tuttavia, mentre i dati dell’Istat fotografano l’andamento generale del Paese con rilevazioni mensili, Prometeia ha utilizzato medie annuali per descrivere l’evoluzione regionale. Per il 2024, inoltre, le cifre si basano su stime previsionali, che confermano il trend positivo senza coincidere esattamente con i numeri nazionali.
In Veneto, il numero dei disoccupati è diminuito di 27.500 unità negli ultimi due anni, scendendo a quota 66.500 (-29,2%). Questo risultato si inserisce in un contesto nazionale dove altre regioni hanno registrato incrementi occupazionali ancora più marcati. In Sicilia, ad esempio, si contano 133.600 nuovi posti di lavoro (+10%), seguita dalla Lombardia (+125.700, pari a +2,8%), Campania (+89.900, +5,5%), Lazio (+76.500, +3,3%) e Piemonte (+71.600, +4%).
Nonostante l’incremento occupazionale, l’uso della cassa integrazione in Veneto ha mostrato un andamento variabile, influenzato dalla stagionalità e dalle difficoltà di alcuni settori chiave. Dall’autunno 2023, il monte ore autorizzato mensilmente ha raggiunto valori superiori rispetto agli anni precedenti, toccando un picco di 8,7 milioni di ore a settembre 2023.
Questo dato riflette le recenti crisi che hanno colpito comparti come la moda, l’automotive e la meccanica, e si prevede un ulteriore aumento nei mesisuccessivi. Non mancano le ombre sui progressi raggiunti. «I risultati ottenuti in materia di lavoro sono indubbiamente positivi, ma gran parte del merito va attribuito agli imprenditori più che alle politiche governative», sottolinea la Cgia.
Tuttavia, l’associazione avverte che la crescita occupazionale non è stata accompagnata da un parallelo miglioramento della produttività, in particolare nei settori dei servizi e del terziario.
[c.v.]