20.08.2025 – 09:42. Oasi naturalistica: una categoria rassicurante, che mette il cuore in pace e la coscienza a posto, che fa dormire sonni tranquilli. Valle Vecchia, nota anche come Spiaggia della Brussa, è da tutti ritenuta “oasi naturalistica”, e, in effetti, così è definita nelle brochure di carta patinata e nei siti web ufficiali della promozione turistica di Caorle.
“Chiariamo subito una cosa – afferma Franco Vicentini, portavoce del Comitato Difesa Territorio Caorle – Valle Vecchia purtroppo non è, ancora, un’oasi naturalistica, perché manca un sistema di gestione ambientale e di protezione attiva dei suoi valori naturali. Ci spieghiamo meglio: Valle Vecchia avrebbe tutte le carte in regola per diventare una Riserva Naturale o, meglio ancora, per essere il cuore del Parco Naturale della Laguna di Caorle e Bibione. Le Associazioni che amano questo territorio lo chiedono da molti anni”.
“Ci preoccupa quello che stiamo osservando – continua Maurizio Billotto di Legambiente circolo Veneto Orientale – in costante, senza freni, aumento: l’erosione del capitale naturale, la distruzione dello stesso valore economico legato all’attrattività ambientale dei luoghi”.
Le associazioni evidenziano come ovunque scattino gli allarmi e partono le azioni per salvaguardare il patrimonio ambientale e il valore del turismo, ma non a Valle Vecchia, dove si osservano:
– presenza turistica in spiaggia con numeri e densità inadeguati;
– area di sosta a ridosso della pineta sovradimensionata e, in parte, ormai stabilmente trasformata in area campeggio e sosta camper senza le necessarie attrezzature e autorizzazioni;
– cani liberi in spiaggia, in conflitto con la nidificazione del fratino e la sicurezza degli altri turisti;
– costruzione di capanne e bivacchi sulle dune in spregio alle norme di tutela e con usi sempre più dedicati ad esibizionismo o nudismo non regolamentato;
– numerosi percorsi di accesso alla spiaggia non governati, con erosione delle dune, inquinamento floristico e abbandono di rifiuti;
– passeggiate a cavallo su percorsi non adatti;
– insufficiente presidio da parte delle forze di polizia;
– campeggio abusivo con accensione fuochi ed elevato rischio incendio;
– aumento delle auto in sosta al di fuori delle aree previste, con accesso alla spiaggia su percorsi non governati che determinano degrado degli habitat di pineta e di duna;
– presenza di visitatori “fai da te” in bici e a piedi, senza adeguata informazione/formazione e senza l’accompagnamento di guide ambientali qualificate;
– traffico acqueo incontrollato nei canali perimetrali di Valle Vecchia con imbarcazioni private che sfrecciano incuranti dei limiti di velocità; da segnalare anche i numerosi accessi all’isola in prossimità delle bocche di Falconera e Baseleghe e dal mare; il moto ondoso prodotto da questa navigazione a motore determina erosione delle sponde, con disturbo delle specie di avifauna acquatica e degrado progressivo degli habitat, nonché aggravamento del rischio idraulico per deterioramento delle difese arginali.
Continua Marco Favaro dell’Associazione per la laguna di Caorle e Bibione: “Le nostre Associazioni hanno ribadito negli anni e, fin dalla sua attivazione, all’interno del Contratto di Area Umida della Laguna di Caorle e Bibione, la necessità di arrivare ad un governo dei flussi e ad una quantificazione della capacità di carico dell’area naturalistica. Aggiungere nuove modalità di accesso, anche se “sostenibili”, lo si può fare solo a fronte di un riequilibrio degli altri flussi”.
Riassumendo le osservazioni fatte e quanto emerso negli incontri avuti con istituzioni e rappresentanti delle realtà economiche che operano in Brussa, le tre associazioni hanno richiesto che:
– sia definita la capacità di carico turistico nelle varie zone del sito e conseguentemente siano definiti i diversi gradi di tutela;
– sia messo in atto un sistema di gestione del sito che preveda la sorveglianza, l’accompagnamento dei visitatori con guide ambientali, la realizzazione di progetti di conservazione della biodiversità e appropriati servizi di manutenzione ambientale (protezione delle specie e degli habitat a rischio, rimozione rifiuti, manutenzione dei percorsi e della cartellonistica, gestione rischio incendi, ecc.);
– siano messe in atto modalità di accesso al sito alternative rispetto all’auto privata, al fine di ridurre in modo sensibile l’area di sosta principale a ridosso della pineta.
Le stesse invitano l’Amministrazione comunale di Caorle ad un’assunzione di responsabilità e ad una collaborazione più stretta con Veneto Agricoltura e con tutti i portatori di interesse presenti nel Contratto di Area Umida per definire e attivare una nuova strategia di gestione ambientale di Valle Vecchia, che sia efficace rispetto alle criticità segnalate e all’altezza dei valori naturalistici in gioco.
La salvaguardia del patrimonio naturale di Valle Vecchia – conclude Continua Marco Favaro – è la prima azione necessaria se si vogliono tutelare anche le attività economiche che vi gravitano attorno. I campanelli d’allarme suonano ovunque e le Amministrazioni si impegnano in azioni di protezione dell’ambiente. A Caorle aspettiamo ancora cenni di riscontro”.
[c.s/g.m]