24.09.2025 – 11:40 – La nomina di Beatrice Venezi come direttore musicale del Teatro La Fenice fino al 2030 ha suscitato polemiche e contestazioni sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i semplici appassionati. Basti guardare la reazione senza precedenti ai post dei profili social del teatro che hanno dato notizia della designazione della trentacinquenne musicista toscana alla guida di una delle istituzioni liriche più prestigiose del paese. Stando ai non molti dettagli trapelati, l‘incarico di Venezi prevederebbe, a partire dall’ottobre del 2026, la direzione di tre concerti e due opere all’interno della stagione, cui si aggiunge un non meglio specificato “grande evento”. Molte le reazioni di malcontento a una decisione improvvisa cui la sovrintendenza è giunta senza consultare le maestranze, giustificata adducendo la necessità di agire tempestivamente in modo da evitare che il dibattito pubblico e mediatico potesse “danneggiare l’immagine del teatro”. Dal canto loro, i sindacati (RSU) che rappresentano i lavoratori del Teatro La Fenice hanno espresso, attraverso una nota, “sconcerto per le modalità di designazione a Direttore Musicale del Maestro Beatrice Venezi, avvenuta senza trasparenza e rispetto dovuto ai lavoratori”.
Il testo della nota RSU: Solo cinque giorni fa, nel corso di un incontro ufficiale, il Sovrintendente Nicola Colabianchi aveva garantito che i nominativi presenti sulla sua scrivania erano ancora in valutazione, senza decisioni definitive. Oggi ci troviamo invece di fronte a una scelta che evidentemente era già tracciata, poi maturata nell’ultimo fine settimana (!!!), che smentisce clamorosamente le parole dello stesso Sovrintendente e mortifica il ruolo delle rappresentanze sindacali.
I lavoratori continuano a subire decisioni prese in stanze chiuse, lontane spesso da ogni comprensione e da ogni principio di partecipazione. È inaccettabile che un’istituzione culturale di questa importanza continui ad essere gestita con logiche politiche e modalità comunicative che nulla hanno a che vedere con la vita reale del teatro. La RSU manifesta inoltre forte preoccupazione per l’impatto che sta avendo sull’opinione pubblica. La RSU denuncia con forza questo metodo autoritario, che rischia di compromettere nuovamente il clima interno e le relazioni industriali. Ribadiamo che senza trasparenza, rispetto e dialogo non sarà possibile instaurare alcun rapporto di fiducia con la Direzione.