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Medici in sciopero, il grido di protesta del Sistema Sanitario Nazionale

09.11.2023 – 11:30 – “Ora basta”. È questo il grido di migliaia di medici italiani che hanno deciso di alzare la voce per tutelare il loro futuro. Pronti a scendere in prima linea per mettere fine a una serie di tagli pensionistici che mettono in pericolo le loro carriere e in ginocchio il sistema sanitario nazionale. Una protesta che si concretizzerà con lo sciopero previsto per il 5 dicembre, come riporta ANSA, che durerà 24 ore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente introduzione di misure che prevedono tagli all’assegno previdenziale dei medici, oscillando tra il 5% e il 25% all’anno. Una decisione che minaccia di colpire circa 50.000 dipendenti e mette a dura prova la stabilità finanziaria di coloro che hanno dedicato le proprie vite a salvarne altre. Tali misure hanno scatenato un’ondata di disapprovazione da parte dei sindacati medici, tra cui Anaao e Cimo, che insieme all’Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari hanno annunciato di volere dare un segno concreto di mobilitazione per modificare la legge di bilancio.

Allo stesso tempo, i medici iscritti a Cgil e Uil parteciperanno alle proteste programmate dalle due confederazioni a partire dal 17 novembre. Un’unità tra le organizzazioni sindacali che vede anche il sostegno della vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone. Le richieste però non si limitano a criticare i tagli alle pensioni, ma vertono anche sulla necessità di intervenire in modo più ampio nell’affrontare la crisi del Servizio Sanitario Nazionale, nello specifico, chiedendo:

  • Un aumento dell’indennità di specificità medica e sanitaria
  • Uno sblocco parziale del tetto di spesa per il personale sanitario
  • Un piano straordinario di assunzioni

“Le misure contenute nella legge di bilancio in discussione al Senato non sono in grado né di risollevare il Servizio sanitario nazionale dalla grave crisi in cui si trova né di soddisfare le richieste della categoria che rappresentiamo”, queste le parole di Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed e di Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed. “Dopo tante parole e belle intenzioni, ci saremmo dunque aspettati un vero cambio di rotta che mettesse al centro il Servizio sanitario nazionale, e invece siamo stati bersagliati”.

“Al Governo chiediamo un segnale di coraggio – concludono i leader sindacali – per dare il giusto riconoscimento ai medici e dirigenti del Ssn. E per evitare il collasso della sanità che deve rimanere pubblica per garantire a tutti il diritto alla tutela della salute”, concludono.

Queste parole non dovrebbero essere sottovalutate. Il possibile collasso del sistema sanitario pubblico sembra quasi già iniziato. Se non ci fossero, in futuro, risorse sufficienti per garantire cure di qualità, saremmo i primi a essere danneggiati. È una sfida che potrebbe definire non solo il futuro del sistema sanitario nazionale ma quello di tutti noi.

Quanto valore diamo al nostro sistema sanitario?

[c.v.]

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