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Per la prima volta cambia la Costituzione, l’ambiente è ora un valore fondamentale

09.02.2022 – 16.22 – È passato ieri in via definitiva, con seconda approvazione da parte della Camera dei Deputati, il DDL di riforma costituzionale che ha permesso di modificare due articoli della Costituzione: l’art. 9 e l’art. 41 Cost. L’iter parlamentare di approvazione del DDL, terminato regolarmente, entra immediatamente in vigore senza necessità di essere sottoposto a referendum. Il provvedimento venne presentato a inizio legislatura dal M5S (a prima firma del senatore Gianluca Perilli). La riforma fu approvata in prima deliberazione dal Senato il 9 giugno 2021 e dalla Camera il 12 ottobre; poi in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato il 3 novembre e dalla Camera ieri 8 febbraio 2022. Il testo è passato a Montecitorio con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti. Con l’introduzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e della tutela degli animali nell’art.9, attualmente composto da due commi, si va così a modificare uno Principi Fondamentali della Carta costituzionale a cui appartengono i primi 12 articoli. Ai primi due commi, ”La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” e “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” è stato aggiunto “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. La riforma prevede una riserva di legge che impegna i legislatori ad approvare le norme necessarie alla protezione di tutti gli esseri senzienti. A “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” è stata poi aggiunta una clausola di salvaguardia per l’applicazione del principio di tutela degli animali negli Statuti speciali delle Regioni Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta e delle Provincie del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.

Formulazioni considerate dai legislatori innovative, in quanto l’ambiente da res diventa un valore primario costituzionalmente protetto da preservare per i posteri, che si sono allineate alla normativa Europea (art.37 Carta di Nizza e art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea TFUE). Anche per quanto riguarda gli animali, con riferimento all’art.13 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, è la prima volta che vengono citati nella Costituzione come esseri senzienti aventi una dignità da rispettare. Con questo riconoscimento “siamo il quinto Paese al mondo” a inserire la tutela degli animali nella Costituzione. Per quanto riguarda l’art. 41, che si trova nella parte dedicata a “diritti e doveri dei cittadini”,  nel titolo III, alla voce “rapporti economici”, la riforma prevede l’introduzione di alcuni “incisi” all’interno del secondo e terzo comma: 1) L’iniziativa economica privata è libera; 2) Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana; 3) La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali. Con l’introduzione dei primi due limiti si va a rafforzare, all’interno dello svolgimento di un’attività economica privata, il concetto di salute, sicurezza e dignità umana in ambito lavorativo e che la suddetta non arrechi danno ambientale. Con il terzo inciso la destinazione e il coordinamento dell’attività economica pubblica e privata avvengono non solo per fini sociali ma anche per fini ambientali.

Ma è veramente un grande passo quello compiuto ieri dal nostro Governo? O si poteva intraprendere un altro cammino senza andare a toccare uno dei Principi Fondamentali della nostra Carta costituzionale?

A questo proposito abbiamo chiesto il parere del politologo udinese Marco Cucchini:

“Da ieri la tutela dell’ambiente e della biodiversità è parte della Costituzione, a seguito della modifica in seconda lettura degli articoli 9 e 41. Il Diritto è una scienza viva e gli ordinamenti giuridici devono stare al passo con i cambiamenti socioeconomici, politici e culturali della società e – sul tema ambientale – gli ordinamenti giuridici di molti Paesi si sono adeguati alle mutate sensibilità e alle oggettive emergenze, anche con modifiche di natura costituzionale. La Francia nel 2004 ha approvato la “Carta dell’Ambiente”, 10 articoli ora parte integrante del diritto costituzionale d’Oltralpe, la Svizzera nel 2000 ha riscritto la propria Costituzione e l’intera sezione 4 del capitolo 2 è dedicata al tema ambientale, la nuova Costituzione della Bolivia in vigore dal 2009 ha inserito il diritto all’acqua tra i diritti fondamentali dell’individuo, similmente a quella del Sudafrica, adottata nel 1997 e l’elenco potrebbe continuare.

La scelta italiana – prosegue Cucchini -, non appare quindi eccentrica o controtendenza. Ma alcune osservazioni critiche si possono comunque fare. Innanzitutto, sull’opportunità di una modifica costituzionale: molte delle finalità che il nuovo testo vuole perseguire sono già previste da leggi dello Stato e sarebbe sufficiente garantire l’osservanza di tali leggi. Inoltre, ci si chiede se la Costituzione conservi ancora una sua sacralità, dal momento che tutte le legislature della c.d. II Repubblica si sono imbarcate in revisioni costituzionali più o meno fortunate e la sensazione è quella che ormai cambiare la Costituzione, lungi dall’essere un evento storico ed epocale, sia diventato un fatto consueto, tanto da non meritare neppure troppa attenzione sulla stampa e nei mezzi di informazione.

Ma la vera notizia è che – per la prima volta dal 1948 – si osa modificare uno dei primi 12 articoli, uno dei Principi Fondamentali, vale a dire quel preambolo etico-politico che – senza entrare troppo nel dettaglio – illustra l’essenza giuridica e valoriale della Costituzione. E questo è grave, perché “se si apre alla modifica dei principi fondamentali si accetta l’idea che questi possono essere comunque cambiati. In senso migliorativo o peggiorativo lo deciderà la maggioranza parlamentare che approverà la riforma.” per citare un lucido articolo del costituzionalista Tommaso Frosini, pubblicato qualche mese fa.

Ma c’è un’ulteriore ragione che fa dubitare dell’opportunità di una revisione costituzionale: il fatto che questa sia stata approvata in modo praticamente unanime (468 favorevoli e 1 contrario) e che quindi abbia ottenuto il voto favorevole anche dei cementificatori, della lobby dei cacciatori, dei sostenitori degli allevamenti intensivi, degli inquinatori, dei fautori delle trivellazioni in mare… Questo conferma che il testo approvato non è preso sul serio.

E per l’ennesima volta la Costituzione è utilizzata con finalità di propaganda, senza essere presa sul serio”.

di Laura Fonovich

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