08.02.2024 – 16:00 – “Sono immagini in bianco e nero che fanno parte di una storia che è anche la nostra: il volto giovane e sorridente di Norma Cossetto che ha pagato con la morte dopo atroci sevizie l’essere istriana e donna, il broncio di una bambina con un cartello su cui è scritto ‘esule giuliana’ e solo un numero che la priva anche della dignità del nome, vecchi che piangono salutando i loro familiari che non rivedranno più, file di cadaveri allineati dopo il recupero sul luogo di eccidi collettivi. Il Giorno del Ricordo ci impone di guardarle attentamente, ricercando in esse ogni singola tragedia rappresentata dai massacri delle Foibe e dall’Esodo Giuliano Dalmata; anche quelle di cui non abbiamo una fotografia o un filmato”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda il sacrificio delle vittime delle Foibe e degli esuli Giuliano Dalmati in occasione del Giorno del Ricordo che si celebra il 10 febbraio.
“Abbiamo il dovere di conoscere e far conoscere la storia di chi ha trovato la morte nelle Foibe e delle centinaia di migliaia di connazionali che con l’Esodo lasciarono la loro terra e ogni loro avere, incalzati dalla violenza e per una scelta di libertà – prosegue il presidente Zaia -. La testimonianza storica, come ho detto anche all’incontro con la Comunità Ebraica di Venezia nel Giorno della Memoria commemorando la Shoah, deve essere indirizzata soprattutto ai giovani. Solo conoscendo la realtà di cosa è accaduto possono far crescere in loro la consapevolezza che non può esserci giustificazione storica di fronte a simili drammi dell’umanità. Che non deve esserci spazio, e tanto meno negazionismi, per tragedie originate dall’odio, dalla discriminazione etnica e dalla follia di chi si sente in diritto di sopraffare l’altro”.
“Ci sono immagini odierne, provenienti da tutto il mondo, che non sarebbero mai state riprese se avessimo realmente imparato le lezioni del passato – conclude Zaia -. In questo giorno esprimo la mia vicinanza alle associazioni e le comunità in esilio che rappresentano gli Esuli e i loro discendenti. La loro tragedia, una di quelle frutto delle grandi follie ideologiche del XX secolo, la sentiamo nostra per la loro numerosa presenza nella nostra regione ed anche per il riferimento culturale e linguistico comune che ci e lega alla storia di Venezia e a San Marco”.
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