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Nuove fonti di energia, le microalghe per le cantine venete

28.11.2022 – 11.00 –L’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha messo a punto un processo biologico per sfruttare al massimo le fecce, ovvero tutti i residui depositati dopo la fermentazione del vino, e i fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue della vinificazione. In tal modo, tutte le cantine vinicole, anche le più piccole, possono trasformare gli scarti in risorse.
Questo innovativo sistema di depurazione, ideato dalla professoressa Cristina Cristina Cavinato e Paolina Scarponi, biotecnologa che durante il dottorato di ricerca si è occupata dello sviluppo di questo processo, è un sistema biotecnologico accoppiato (digestione anaerobica-microalghe) applicabile in loco dall’azienda vinicola.
La collaborazione con l’azienda Serena Wines 1881 srl, attivata già nelle fasi iniziali di test del brevetto, ha fornito la materia prima sulla quale si è potuta mettere a punto la tecnologia di recupero di alcuni scarti dei processi di vinificazione.
“Il processo dieconomia circolare assicura diversi vantaggi ai produttori vinicoli – spiega la stessa professoressa Cristina Cavinato – innanzitutto, il trattamento efficiente della feccia di vinificazione assieme ai fanghi può essere gestito in loco, abbattendone i costi di smaltimento. Inoltre, lo scarto viene valorizzato in prodotti ad alto valore aggiunto, i reflui vengono fitodepurati e tornano in circolo”.

 Come funziona:
Il fotobioreattore è ottimizzato per la coltura di una microalga in grado di crescere su digestato liquido non diluito, riducendone la concentrazione di azoto ammoniacale e producendo biomassa valorizzabile come biostimolante o ai fini energetici. La trasformazione anaerobica inoltre restituisce biogas, che può essere impiegato anch’esso come fonte di energia.

[m.g]

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