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giovedì , 28 Marzo 2024

Bonus edilizi e attacchi di panico. Diritto 4.0

23.01.2022 – 11.25 – Alcuni anni fa si è svolta un’accanita battaglia editoriale. Alla storica “Enciclopedia galattica” si è affiancata la “Guida galattica” e le due pubblicazioni hanno iniziato a competere per conquistare il mercato dei lettori. Nonostante presentasse varie lacune e notizie inesatte, vinse la Guida, soppiantando la storica Enciclopedia. Le ragioni di questa vittoria sono state sostanzialmente due: il prezzo leggermente inferiore ed il fatto che la Guida, sulla copertina, ha stampata in grande la scritta rassicurante “Niente panico”. Ecco, niente panico. Probabilmente i prossimi numeri della Gazzetta Ufficiale italiana riporteranno la stessa dicitura sul frontespizio, così, per tranquillizzare la gente rispetto al contenuto.
In particolare, mi riferisco al Decreto legge n. 157/2021 intitolato “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”. So già cosa stai pensando: perché dovresti preoccuparti? Tu non hai mai frodato nessuno, né hai mai avuto intenzione di farlo. E, allora, cos’è quel brivido freddo che senti correre lungo la spina dorsale? Te lo dico io cos’è: il dubbio che, a tua insaputa, tu sia stato coinvolto in un meccanismo frodatorio realizzato con una Legge dello Stato italiano e che ti vede protagonista, più o meno inconsapevole, in un doppio ruolo: quello del reo e quello della vittima. Ma procediamo con ordine.

Immagina di voler fare un intervento edilizio su un tuo immobile. Lo Stato italiano è al tuo fianco e vuole che tu spenda, creando lavoro nell’edilizia e rendendo energeticamente più efficiente la tua proprietà. Per favorirti, per ogni 10 euro te ne rimborsa 2. A questo punto, sarai più propenso alla spesa, perché, di fatto, c’è uno sconto del 20% che rende l’intervento economicamente interessante. E, comunque, starai attento a quanto spendi, sia perché dovrai comunque pagare gran parte del prezzo, sia perché un aumento del prezzo da parte dell’impresa vanificherebbe il beneficio fiscale. Cioè, se l’impresa volesse profittare dello sconto aumentando il prezzo, probabilmente ti perderebbe come cliente: tu non faresti il lavoro con loro o non lo faresti affatto. Ciò in una dinamica ordinaria delle cose.
Adesso, prova a immaginare che lo Stato italiano non ti finanzi solo col 20% delle opere, ma col 90% o, addirittura, col 110% del costo. Vediamo cosa può accadere in questi casi o, meglio, vediamo cosa è realmente accaduto. Innanzitutto, con un rimborso così cospicuo, tutti quelli che hanno potuto si sono precipitati a far eseguire opere sulla facciata (beneficio fiscale del 90%) o di efficientamento energetico (110%) o altri interventi con percentuali minori. Nel momento in cui tutti vogliono far eseguire questi interventi, la domanda aumenta e, inevitabilmente, i prezzi salgono. Anche questa è una dinamica ordinaria delle cose.

Ma gli sconti vicini al 100% del prezzo hanno avuto anche un altro effetto prevedibile (non previsto dallo Stato, ma, tutto sommato, prevedibile). Infatti, se tu vuoi comprare qualcosa, ma è gratis, quanti pezzi metti nel carrello prima di andare alla cassa? In altre parole, se ti viene rimborsata la quasi totalità della spesa, cosa ti interessa quanto costa? Qualcuno si è fatto questa domanda, ma è stata una minoranza. La maggioranza delle persone non si sono fatte problemi e, ingolosite dai rimborsi principeschi, hanno speso senza riguardi. In ciò, spesso (non sempre, per carità, ma spesso) hanno avuto due assistenti formidabili: l’impresa incaricata del lavoro e l’amministratore del condominio. In pratica, nel fare il prezzo del lavoro, l’impresa si è presto resa conto che, se avesse alzato gli importi, i suoi clienti non avrebbero battuto ciglio. Tanto, di fatto, non avrebbero pagato nulla, o quasi. I prezzi, già in crescita per l’aumento della domanda, hanno così sfruttato l’effetto fionda e sono schizzati fino alle stelle. E l’amministratore condominiale, che professionalmente è in grado di valutare l’opportunità e la ragionevolezza dei costi, per poter correttamente consigliare e indirizzare le assemblee condominiali, più di qualche volta è rimasto muto a guardare. Di fatto, sono state appaltate opere edili a prezzi esorbitanti, del tutto fuori mercato, sul presupposto che lo Stato italiano avrebbe poi rimborsato qualsiasi cifra spesa.

Le pratiche col “110%” e quelle col “90%” (o altre percentuali minori) hanno una sostanziale differenza di fondo: in quelle al 110 c’è un tetto di spesa ed è necessario un visto di congruità da parte di un tecnico. Cioè, non puoi spendere quanto vuoi e, quando spendi, viene verificato che i prezzi siano corretti. Al punto che, se spendi troppo inconsapevolmente, per legge sei comunque coperto da un’assicurazione che ti tutelerà. In parole povere, se hai speso una cifra incongrua ed eccessiva, anche se perdi il beneficio fiscale non devi preoccuparti eccessivamente perché, in teoria, l’errore non sarà solo tuo, ma anche del tecnico che ha certificato la congruità degli importi spesi. E sarà lui a pagare o, meglio, la sua assicurazione.
Invece, in tutti gli altri casi (90% e altre percentuali), sarebbe stato opportuno stampare in grande la scritta rassicurante “Niente panico” sulla Gazzetta Ufficiale. Perché? Perché per tutte le altre opere la congruità del prezzo non è né certificata, né garantita. Pertanto, è possibile che tu abbia speso una cifra incongrua, eccessivamente alta rispetto ai prezzi di mercato. Con quale rischio? Purtroppo, il rischio è quello di una grave ripercussione economica. Infatti, se la cifra non è congrua, il beneficio fiscale potrebbe non venire concesso o essere revocato. E non c’è nessun certificatore con cui lamentarsi, né un’assicurazione cui andata a battere cassa. Il beneficiario sei tu e, se perdi il beneficio, non sarà più lo Stato a pagare, ma tu. Per l’intero. I conteggi sono presto fatti: se col beneficio al 90% hai speso 2.000,00 euro, potrebbero chiedertene almeno dieci volte tanto, ossia 20.000,00. Li puoi pagare? Se puoi pagarli, niente panico.

Questo meccanismo diabolico, nato dalla superficialità e l’impreparazione dei politici che hanno scritto le prime leggi sui benefici fiscali, ha appalesato il suo potenziale distruttivo solo col recentissimo Decreto legge 157/2021, che ho citato all’inizio. Infatti, resosi conto del disastro economico creato dai benefici eccessivi e fuori controllo, il Governo italiano ha prontamente posto rimedio. Talmente prontamente che il rimedio non riguarda solo i casi attuali, ma anche quelli passati. Retroattivamente. Cioè, va a colpire anche le opere già appaltate, quelle per le quali si è già speso e ci si è impegnati a spendere. Quelle cui non si può più rimediare al prezzo esorbitante.
Come è intervenuto il Governo? Banalmente, viene imposta la “asseverazione della congruità” per tutte le opere. In pratica, per godere dei benefici fiscali o per mantenerli, tutte le spese devono essere ritenute congrue da parte di un tecnico specializzato. Con due ricadute principali, una grave e l’altra gravissima. Il primo effetto è che, per avere un tecnico che attesti la congruità dell’opera, è necessario pagarlo, cioè spendere. E, a volte, soprattutto nei piccoli interventi, questo costo raggiungerà la cifra di quanto si è speso e si voleva spendere, raddoppiando l’esborso. Ma prova a immaginare cosa succederebbe se il tecnico incaricato, dopo aver attentamente valutato l’appalto per il rifacimento della facciata già eseguito, sollevasse un sopracciglio e concludesse che le spese fatte sono eccessive, magari un multiplo di ciò che era corretto, e si rifiutasse di rilasciare la certificazione? La conseguenza sarebbe la perdita del beneficio fiscale e, è il caso di ricordarlo, il beneficiario sei tu che hai commissionato i lavori. È da te che, in questa malaugurata ipotesi, verranno a batter cassa.
Vorrei concludere con una nota positiva e, non trovando spunti del Decreto legge 157/2021, concluderò con qualche nozione tratta dalla “Guida galattica”. Il secondo essere vivente più intelligente del pianeta terra sono i delfini. Il primo sono i topi. Noi arriviamo dopo.

di Guendal Cecovini Amigoni

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