18.01.2022 – 09.47 – La linea ferroviaria fra Trieste e Mestre conoscerà, dai prossimi anni, una velocizzazione; ma limitata ai treni di lunga percorrenza e inferiore a quanto progettato nei (tanti) piani connessi all’Alta Velocità in Friuli Venezia Giulia. La rivoluzione avverrà in misura maggiore per i treni merci, con una maggiore disponibilità di binari e vagoni; mentre chi invocava la risoluzione del collo di bottiglia della Ferrovia del Carso rimarrà nuovamente in attesa. Una limitazione connessa a problematiche di carattere ambientale e ad un minor numero di fondi; ma la cui mancata realizzazione rischia di compromettere quanto guadagnato dal Friuli e Trieste in termini di attrattività lavorativa e turistica.
In sostanza RFI ha presentato l’istanza di avvio del procedimento di Valutazione di impatto ambientale per il rinnovo della linea fra Trieste e Mestre. Di cosa consisterà? Verrà potenziata la Linea Venezia – Trieste con Posti di Movimento e Varianti di Tracciato. Sono inoltre previste manutenzioni per San Donà di Piave e Fossalta di Portogruaro e due rispettivi interventi per la Variante di tracciato Portogruaro e la Variante Isonzo.
La prima è ormai nota e aveva, a suo tempo, richiesto l’intervento del commissario straordinario Vincenzo Macello, avendo diversi elementi dalla difficile gestione. La seconda prevedrà invece anche un nuovo ponte. Non è un caso, perchè RFI ha esplicitamente inserito “le problematiche idrauliche dell’attraversamento sull’Isonzo” quale elemento chiave dell’intervento, avvertendo che lo scopo primario non sarebbe stato di velocizzare la tratta, ma di porla in sicurezza, con un occhio alla logistica. Gli stessi nuovi Posti di Movimento sono mirati ai treni merci, con un potenziamento tecnologico, elettrico e di pura capacità di trasporto. Considerando i guadagni irrisori ventilati dai giornali locali che oscillano tra i quindici minuti e i quattro rispetto alle tempistiche attuali, difficilmente si può scrivere di “potenziamento” per la linea ferroviaria civile; piuttosto si tratterà di un intervento di carattere economico, volto ad accomodare parzialmente la sete di “ferro” degli Interporti e del Porto di Trieste.
di Zeno Saracino