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David Sassoli: l’uomo che trasformò un edificio del parlamento europeo in recovery per donne bisognose

11.01.2022 – 11.58 – All’una e un quarto di questa notte, a causa del sopraggiungere di una drammatica complicazione del suo stato di salute, si è spento al CRO di Aviano David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Da ogni luogo del mondo, nel giro di poche ore, sono arrivati migliaia di messaggi di cordoglio e commozione per la perdita di un grande uomo. Un uomo che per tutta la vita ha combattuto prima come giornalista, poi come presidente del Parlamento europeo per i diritti umani.

A delinearne i tratti caratteristici di una personalità, così sensibilmente rara ed altruista, è stato il suo portavoce Roberto Cuillo in un’intervista ai Rai News. Perché la vita di una persona cha ha concepito tutto il suo operato come una missione al servizio dei cittadini merita di essere ricordata per le sue azioni e non solo per i suoi ultimi attimi. Sia come parlamentare, sia come presidente del Parlamento europeo la sua lotta si incentrò sul riavvicinamento delle istituzioni europee alle persone, non solo per ridargli un senso di dignità ma affinché all’interno delle stesse potesse rivivere la voce del popolo. “Un uomo buono, tenace e combattivo, prima al servizio del giornalismo e successivamente al servizio delle istituzioni europee” afferma Cuillo con una nota di commozione nella voce, “è stato un innovatore gentile, ha voluto innovare senza rotture e senza strappi sempre cercando di includere, mai di escludere”.

Il suo sogno era quello dei Padri Fondatori di Ventotene “per un’Europa libera e unita”, meno austera e più vicina ai reali bisogni delle popolazioni, monito che rilanciò durante la su ultima apparizione pubblica di metà dicembre 2021, al margine del Consiglio europeo, contro il rigore del Patto di Stabilità. Fin dal suo discorso di investitura a presidente del Parlamento europeo, avvenuto il 3 luglio 2019, il riferimento al Manifesto dei Padri Fondatori di Ventotene come recupero di uno spirito che aveva origini dalla necessità di creare un’Europa unita, che si rialzasse dalle macerie della guerra, mettendo insieme popoli diversi sulla base della solidarietà, della cooperazione e della pace fu l’ideale alla base di tutto il suo pensiero ed operato. Sassoli era profondamente convinto che l’Europa dell’austerità, del rigore e dei sacrifici dovesse finire, che dovesse essere un bene comune dei cittadini, attenta ai più deboli, ai più fragili. Convinzione che, durante la pandemia, si concretizzò sia negli strumenti del Recovery Fund, sia nell’evitare che venissero applicati dei tagli al Bilancio Pluriennale europeo. Riuscì a fare in modo che, durante tutto il periodo del lockdown, il Parlamento rimanesse aperto. Di fatto fu il primo che già dal marzo 2020 introdusse dibattiti e votazioni a distanza. Un impegno incessante e fondamentale che servì affinché si potesse approvare e accompagnare tutto il processo legislativo necessario ad aiutare le persone nel momento della pandemia.

Ma, tra le cose più importanti che fece fu quello di attrezzare un intero edificio del parlamento alle donne senza tetto, alle donne fragili, alle donne che non sapevano dove andare nei momenti più tragici della pandemia. Mise a disposizione strutture e servizi affinché avessero un ricovero, fossero nutrite ed accompagnate in un momento così difficile. Fu la prima volta che un’istituzione europea aprì e diede uno dei suoi edifici per attendere le persone più fragili.

“Uomo gentile ma anche molto deciso. – continua Cuilli – Assunse posizioni molto dure contro i Governi europei che emanarono leggi contro le libertà democratiche e contro la solidarietà nell’accoglienza dei migranti. Era assolutamente determinato a far valere le ragioni dei più deboli, era convinto che la risposta all’immigrazione dovesse essere una risposta comune europea e che non potevano essere lasciati i singoli paesi soli al loro destino”. Una risposta al tema dell’immigrazione che doveva essere condivisa con posizioni di inclusione rispetto a chi fugge dalle guerre, dalla fame e dalle dittature. In tal senso, una delle prime cose che Sassoli fece in piena pandemia, per l’anniversario dell’Unione Europea del 9 maggio, fu indire una grande conferenza, condotta da remoto, per approfondire il tema. Una call a cui parteciparono moltissimi giovani che fanno volontariato salvando vite nel Mar Mediterraneo.

La scomparsa di Sassoli non solo lascia un grande vuoto nella politica europea ma, altresì un senso di disorientamento rispetto al silenzio di una voce che da sempre ha lottato con l’uomo e per l’uomo.

di Laura Fonovich

(Fonte Rai News)

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