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2 febbraio, la Candelora: de l’inverno semo fora?

02.02.2022 – 7.30 – “Quando vien la Candelòra de l’inverno semo fora, ma se piove o tira vento ne l’inverno semo drento”. Il proverbio dalle nostre parti, dove la festa della Candelora è ancora molto sentita, suona così anche se in tutta Italia i proverbi su questo giorno speciale abbondano e, curiosamente, in  termini meteorologici, sono a volte discordanti. Ma cosa si festeggia il 3 febbraio? In questo giorno la Chiesa festeggia la festa detta della Presentazione di Gesù bambino al tempio, più conosciuta come La Candelora.  La festa, come molte altre ricorrenze nella liturgia romana, ha un’origine pagana, più precisamente continua il rito dei Lupercalia.
Febbraio era l’ultimo mese del calendario romano ed il termine Februarius significava purificazione. Il quindicesimo giorno di Februarius venivano inaugurati i Lupercalia, le festività in onore di Luperco, la divinità che secondo la tradizione, sorvegliava le greggi e le proteggeva dall’assalto dei lupi. Durante i Lupercalia i sacerdoti, i Luperci (scacciatori dei lupi), sacrificavano delle pecore in una grotta ai piedi del Palatino dove, secondo tradizione, la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo. Con le pelli degli animali sacrificati venivano realizzate delle strisce (dette februa) con le quali, correndo attorno alle pendici del Palatino, dovevano percuotere chiunque incontrassero per donare purificazione e fecondità.
La comunità intera, così facendo, si purificava e si preparava ad accogliere la primavera.
Fu papa Gelasio I, nel V secolo d.C. a sostituire i Lupercalia con la festa cristiana mantenendo però il significato di rito purificativo e dedicandolo alla Vergine Maria. Il nome venne cambiato così in Festa delle Candele o Candelora, in quanto queste erano un simbolo della purificazione.
La candela è dunque potente metafora del passaggio dalle tenebre alla luce di Cristo, così come era stata passaggio dall’inverno alla primavera.

[g.m]

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