04.04.2022 – 20:37 – LA LIVENZA E LE SUE ACQUE: È tutto azzurro ciò che luccica? è il titolo dell’incontro che si è tenuto venerdì, 1 aprile 2022 dalle ore 10 alle 13 nella Sala consiliare del Municipio di San Stino di Livenza organizzato dal Legambiente – Circolo Veneto Orientale per presentare lo stato di salute del fiume Livenza.
Ebbene, il quadro dello stato di salute della Livenza che emerge dalla nuova classificazione delle acque interne recentemente approvata dalla Giunta Regionale del Veneto (vedi DGR n. 3/2022) non è affatto rassicurante.
In base ai monitoraggi eseguiti da Arpav, il nostro fiume nel tratto da Motta di Livenza alla foce di Caorle passa da uno stato ecologico “Buono” nel periodo 2010-2013, a “Scarso” nel periodo 2014-2019. Come quando a scuola si passa da un buon livello, con voto “otto”, ad un’insufficienza, con voto “quattro”, rischiando la bocciatura.
Inoltre, i monitoraggi Arpav hanno messo in luce il superamento del livello standard di qualità ambientale (SQA) da parte del PFOS (perfluoroottansolfonato), un contaminante appartenente alla famiglia dei PFAS: sono state misurate concentrazioni comprese tra 1,7 e 4,2 volte il livello SQA. Fortunatamente non siamo ai livelli di criticità che presentano i corsi d’acqua della cosiddetta zona rossa per l’inquinamento da PFAS nelle province di Vicenza, Verona e Padova, dove si arriva addirittura a superamenti di 350 volte il livello SQA.
Legambiente, che già nel 2021 è stata impegnata nel Veneto con la campagna “Operazione fiumi”, alla luce di questa situazione ha organizzato un evento pubblico cui hanno partecipato i principali attori pubblici che entrano in gioco nella gestione delle acque del nostro fiume: Arpav, per i monitoraggi ambientali, LTA e Veritas, per il servizio idrico integrato, il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, per il servizio irriguo.
Dopo il saluto iniziale del vice Sindaco Stefano Pellizzon, ha preso la parola l’ing. Fabio Strazzabosco, direttore dell’U.O. Acque Interne di Arpav, che ha confermato il quadro non buono, evidenziando la necessità di rafforzare la collaborazione tra le due regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, dato che il 70% della superficie del bacino della Livenza ricade nel Friuli. Secondo i dati dell’Arpav, nel 2020 lo stato chimico è risultato “Buono” in tutti i corpi idrici del bacino della Livenza, tranne che in 7, in cui sono stati registrati superamenti degli standard di qualità chimica per Idrocarburi Policiclici Aromatici, Eptacloro e PFOS. Da segnalare anche superamenti da parte di alcuni principi attivi usati negli erbicidi (Glifosato, AMPA, Metolaclor ESA e Tebuconazolo) interessanti corsi d’acqua minori appartenenti al sottobacino del Monticano, che comunque poi affluisce nella Livenza a valle di Motta.
L’ing. Marina Zorzetto, responsabile dell’Ufficio Progettazione e Direzione Lavori di LTA, si è soffermata sugli sforzi che sta facendo l’azienda pubblica soprattutto sul versante friulano per il collettamento e il trattamento delle acque reflue di origine civile. Gli impianti di trattamento, i cosiddetti depuratori, sono funzionanti e dimensionati per coprire tutta la popolazione insediata, mentre la rete fognaria è in via di completamento, con importanti investimenti. Ad oggi tale rete è in grado di collettare e recapitare ai depuratori i reflui di poco più del 50% della popolazione residente nella parte friulana del bacino della Livenza.
Il dott. Stefano Della Sala, direttore del laboratorio analisi chimiche di Veritas, ha sottolineato il grande impegno del gestore pubblico nel monitoraggio continuo della qualità dell’acqua immessa dai propri impianti nella rete acquedottistica, grazie al qualificato lavoro del laboratorio analisi. Con riferimento all’impianto di Boccafossa che attinge alla Livenza, è stato dimostrato come i contaminanti rilevati nell’acqua in ingresso, siano assenti, o eventualmente presenti sotto i limiti di rilevabilità strumentali, nell’acqua immessa nell’acquedotto, a testimonianza dell’efficacia dell’impianto di trattamento e depurazione, che utilizza le migliori tecnologie disponibili.
Il dott. Giampaolo Rossi, capo settore Agrario Ambientale del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, nel suo intervento ha messo in luce il fondamentale ruolo strategico della Livenza per la produttività agricola del Veneto Orientale, con una superficie irrigua di 41.000 ettari dipendente da questo fiume e una potenzialità di 24.300 litri al secondo. Dipende dalla Livenza soprattutto il distretto irriguo del sistema Piavon – Brian – Livenza Morta, che deriva ogni anno dal nostro fiume, attraverso l’impianto di Albano nel comune di Motta di Livenza, oltre 80 milioni di metri cubi d’acqua. In progetto la realizzazione di una nuova linea adduttrice irrigua per portare la risorsa idrica della Livenza dall’impianto di Albano verso la zona del Loncon e l’area vitivinicola del DOC di Pramaggiore, con un investimento di circa 45 milioni di euro e una prospettiva di incremento del prelievo d’acqua dal fiume. Sono, dunque, evidenti le ripercussioni sul mondo agricolo dello stato di salute del nostro fiume, rispetto sia alla quantità, sia alla qualità delle sue acque.
Molto qualificato e interessante l’intervento del dott. Francesco Calore, dottorando presso il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha illustrato le caratteristiche chimiche, le fonti e gli effetti sull’ambiente e sulla salute umana dei “famigerati” PFAS.
L’ing. Anna Carozzani ha raccontato l’esperienza maturata da Legambiente nel corso della campagna svolta nel 2021 in collaborazione con Arpav, denominata “Operazione fiumi: esplorare per custodire”. La campagna, finalizzata a promuovere il volontariato civico di prossimità, ha interessato 7 fiumi del Veneto, con 50 punti di campionamento. I monitoraggi eseguiti nei 5 punti di campionamento della Livenza hanno evidenziato criticità rispetto al Glifosato e al batterio fecale Escherichia coli.
Infine il dott. Marco Favaro ha evidenziato l’intenzione di Legambiente di tenere alto il livello di attenzione sulla Livenza, per monitorarne l’evoluzione e soprattutto per chiedere l’attuazione di misure necessarie al raggiungimento dello stato ecologico “Buono”, come prescritto dalla Direttiva Quadro Acque. Tali misure sono quanto mai necessarie per scongiurare ripercussioni negative sugli utilizzi a scopo idropotabile e irriguo della risorsa idrica alimentata dalla Livenza, ma anche per avere livelli buoni di qualità nelle acque di transizione (Laguna di Caorle) e in quelle marino costiere. Gli interventi sono di competenza dello Stato, attraverso l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, e delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, entrambe invitate, ma assenti all’incontro di venerdì scorso.
All’evento hanno partecipato i rappresentanti delle amministrazioni comunali di San Stino, Caorle e Motta di Livenza, e delle associazioni di categoria dell’agricoltura, nonché due classi dell’indirizzo chimico-biologico dell’Istituto Professionale “Scarpa-Mattei” di San Stino di Livenza.
[g.m]