17.06.2022 – 10:15 – Oggi è Venerdì 17, per alcuni superstiziosi basterebbe uno sguardo al calendario per sbarrare porte e finestre e rinchiudersi in casa per tutte le ventiquattro ore della giornata odierna. Ma per quale motivo questa data crea così tanta ansia e paura in alcune persone e perchè è considerata una giornata infausta e portatrice di iella? Per trovare una risposta bisogna andare a ritroso nel tempo, fino all’antica Roma, epoca nella quale gli antichi latini ritenevano il 17 (XVII), l’anagramma della parola VIXI, ossia “Ho Vissuto”, associando così il numero diciassette alla morte. Inoltre, in ambito religioso, il diciassette rimanda al 17 febbraio del 2348 a.C., giorno nel quale sarebbe incominciato il diluvio universale; grande inondazione mandata da Dio per distruggere la civiltà come atto di punizione per la sua cattiva condotta. Inoltre, a partire dal secondo secolo dopo Cristo con la nascita del primo trattato dedicato all’interpretazione dei sogni redatto dallo scrittore e filosofo greco Artemidoro di Daldi, e la conseguente stesura all’ombra del Vesuvio della smorfia napoletana (manuale che svela il mistero dei messaggi nei sogni notturni), la sfortuna è stata associata alla voce numero 17, più precisamente riportata con il termine “disgrazia”. Ad ogni modo, il 17 è considerato un numero negativo quasi esclusivamente nelle popolazioni mediterranee; nel nord europa, infatti, il giorno più sfortunato dell’anno è il venerdì 13, in quanto, secondo la mitologia scandinava, tra le loro divinità, la tredicesima è rappresentata da Loki, il Dio dell’Inganno, amabile di aspetto, ma perfido, infedele e voltagabbana. Oggi giorno, per definire le persone che temono queste due particolari date sono stati coniati anche due termini. Per definire chi ha paura del venerdì 17 infatti si può parlare di una persona eptacaidecafobia mentre chi ha paura del venerdì 13 si può definire triscaidecafobica.
di Gabriele Turco