04.07.2022 – 14.15 – Gli abitanti di Falconera di Caorle, area bonificata e urbanizzata da 70 anni costituita da casoni di pescatori che nel tempo sono stati sostituiti da modeste abitazioni, ora possono sperare in una risoluzione all’accusa di occupazione abusiva.
Una recente sentenza del tribunale ordinario di Pordenone, che ha giurisdizione sul territorio, ha infatti assolto due residenti di Falconera accusati di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo perchè, scrive il giudice, “non è vero che si tratti di demanio marittimo“. Riconosce cioè le ragioni dei residenti ovvero che si tratta di area urbanizzata, con strade e numeri civici, case con regolari utenze e contratti di fornitura e che, soprattutto, ha perso da decenni la funzione di protezione dalle maree.
La vicenda è ben nota nella zona: in quest’area marginale della cittadina di Corle vivono alcune famiglie in modeste abitazioni edificate diversi decenni fa in un’area che non è mai stata trasferita dal demanio marittimo al patrimonio del Comune di Caorle, nonostante sia stata oggetto di urbanizzazione da ormai oltre mezzo secolo.
Un’area che, secondo i residenti del quartiere, ma anche secondo il Comune di Caorle e la Regione Veneto, ha perduto da tempo i caratteri propri della demanialità. Formalmente, però, tutta la zona rimane ancora demaniale e questo ha portato all’avvio di un’inchiesta giudiziaria da parte della Procura di Pordenone, con diversi abitanti finiti sotto processo con l’accusa di occupazione abusiva di area demaniale.
Anche la macchina amministrativa si è attivata: il Comune di Caorle (l’amministrazione precedente), ritenendolo un atto dovuto non differibile, ha emanato tre ordini di demolizione per le tre abitazioni delle famiglie che non avevano mai presentato, nel corso degli anni, alcuna richiesta di sanatoria.
La soluzione più agevole e da più parti invocata (anche dal Comune e dalla Regione) è una legge di sdemanializzazione da parte del Parlamento, sul modello di quella approvata non molto tempo fa per le case di Riva del Lusenzo nel Comune di Chioggia.
Il nulla di fatto ha portato la popolazione, circa una trentina di famiglie, a passare all’azione con una protesta che da fine marzo del 2021 ha visto esposti sui davanzali delle abitazioni di via dei Casoni teli bianchi che riportavano la scritta: “Io difendo la mia casa. La politica termini ciò che ha iniziato per via dei Casoni”. Un messaggio di orgoglio e di rabbia per una situazione paradossale, scritto su un lenzuolo bianco che non ha il sapore della resa, perché rappresenta l’ennesimo atto di una lunga battaglia che vede opposti i residenti di Falconera a quella che viene vista come la sorda burocrazia italiana.
[g.m]