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venerdì , 19 Aprile 2024

Infortuni sul lavoro e caldo torrido: INPS e INAIL per la cassa integrazione ordinaria

30.07.2022 – 11.17 – Non sono stati infrequenti in quest’estate calda dalle temperature anomale i malori sul posto di lavoro dovuti al caldo. In ottemperanza al TU DLgs 81/2008 sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, INPS e INAIL sono corse ai ripari concedendo alle aziende la possibilità di accedere alla cassa integrazione ordinaria. È la prima volta che questa procedura viene invocata per il caldo eccessivo. Secondo quanto riportato nell’ALLEGATO IV – Requisiti dei luoghi di lavoro, in relazione all’esposizione dei lavoratori agli agenti fisici, alla voce Microclima, vengono specificate le misure di prevenzione e protezione da adottare al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. Al comma 1.9.2.1. è specificato che “La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.” In seguito a diverse segnalazioni di malessere in ambito lavorativo, il caldo è stato considerato come “rischio di infortunio sul lavoro”. Con lo scopo di prevenire patologie da stress termico, a livello nazionale, INPS e INAIL hanno emanato delle linee guida sia per la gestione del caldo, sia per l’accesso alla cassa integrazione ordinaria, sia per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovuta a temperature troppo elevate. Le imprese potranno chiedere all’INPS il riconoscimento della cassa integrazione ordinaria quando il termometro supera i 35°.

Anche in Friuli Venezia Giulia a causa dei picchi di caldo, che per intere giornate, soprattutto in pianura, hanno superato i 38 gradi, non sono stati infrequenti i casi di malessere per i quali è stato necessario ricorre all’intervento del personale sanitario del 118. Il provvedimento permette così di fare chiarezza qualora si verificasse, in tale circostanza, un infortunio sul lavoro lì dove erano tali le condizioni da richiedere la cassa integrazione ordinaria e non è stato fatto. Sono molte le aziende friulane che, per correre ai ripari, hanno installato sistemi di raffrescamento sui luoghi di lavoro per far fronte a questa situazione che attualmente è considerata secondo la Valutazione dei Rischi un “pericolo grave”. È bene anche ricordare al comma 1.9.2.5. “Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l’ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione.” L’obiettivo in questo momento, con il perdurare del caldo, è quello di intensificare l’attività di attivazione delle casse integrazioni per poter monitorare al meglio la salute dei lavoratori.

di Laura Fonovich

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