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La Regione veneto rilancia i servizi per anziani non autosufficienti

20.07.2022 – 16.38 –L’emergenza Covid 19 ha modificato bisogni sociali e mettendo in luce nuove emergenze, da qui la necessità di rivedere l’offerta dei servizi per gli anziani non autosufficienti, tenendo conto anche delle cronicità in crescita.
Riprogrammare il Fondo della non autosufficienza per venire incontro alle necessità della fascia più anziana e più debole della popolazione non è solo un aggiornamento legato ai cresciuti bisogni, ma un dovere morale per creare un nuovo patto, una presa in carico che sia a misura di cittadino“. Così l’Assessore alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin motiva l’importante aggiornamento della programmazione del Fondo Regionale della non autosufficienza per l’area anziani, legato ai fabbisogni, approvato nel corso dell’ultima seduta della Giunta e da lei proposto.

L’aggiornamento approvato dalla Giunta, prevede l’unificazione dei due livelli assistenziali in uno solo, con una quota sanitaria unica pari a 52 euro da introdursi dal primo luglio, con mantenimento delle Impegnative di residenzialità da 56 euro per quelle attive alla data del 30 giugno scorso.
Sino ad ora, l’organizzazione dell’assistenza prevedeva due profili: il primo livello (con bisogno ridotto-minimo e una tariffa giornaliera di 49 euro); il secondo livello (maggior bisogno con tariffa giornaliera di 56 euro).

Si tratta di un grande passo culturale, non solo “tecnico”. Una scelta che va nella direzione di far promuovere maggiore assistenza e cura della persona anziana, al passo con i tempi ed i bisogni che cambiano – fa notare l’Assessore – una scelta che nel contempo concorre a migliorare la gestione delle liste d’attesa, visto che si punta a superare le criticità determinate dal ridotto numero dei posti letto di secondo livello che al momento possono essere solo il 25% di quelli del primo livello, condizione che penalizzerebbe proprio le persone con maggior gravità”.

Dall’entrata in vigore del presente atto il sistema delle due sezioni verrà superato e cesseranno di avere effetto le due graduatorie, sia per l’accoglienza definitiva sia temporanea, vi saranno solo graduatorie uniche ordinate secondo i criteri di gravità. E’ garantito un periodo transitorio sino al 31 dicembre 2022 per permettere l’aggiustamento operativo dell’organizzazione e per non penalizzare i Centri Servizi.
Nella logica di migliorare la risposta sul territorio la pianificazione prevede un incremento di 3000 impegnative di residenzialità nel triennio 2022/2024 valorizzando, in modo proporzionale, i territori meno dotati. La previsione è quella di rendere disponibili già nel secondo semestre dell’anno 1.000 impegnative, con un incremento di 1.000 all’anno.
La riforma in essere richiederà una necessaria rivisitazione degli standard assistenziali, attività che sarà svolta da un apposito gruppo di lavoro, è inoltre prevista la costituzione di un “Tavolo interistituzionale” su quegli ambiti di azione che necessitano di ulteriori livelli di approfondimento.

[g.m]

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