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domenica , 6 Ottobre 2024

L’Acat Portogruarese oggi al Congresso regionale

17.09.2022 – 7.05 – L’Acat Portogruarese partecipa quest’oggi al terzo congresso regionale Arcat Veneto che si tiene a Longarone Fiere. Un’occasione importante di confronto tra le varie esperienze in particolare su difficoltà e possibili modi per superarle. Secondo il presidente di Acat Portogruarese Loris Allegro uno dei principali problemi oggi è far conoscere all’esterno le realtà dei club. “Nei due anni di pandemia è emersa soprattutto la difficoltà delle Acat nel fare rete”, afferma il presidente Allegro, “Non potendo mantenere, a causa dei limiti imposti alla libera circolazione, quelle labili relazioni che avevamo nel territorio, queste si sono ulteriormente allentate”. Per questo una parte del lavoro attuale dell’associazione consiste nel farsi conoscere anche tra gli stessi operatori sanitari del Ser.D (Servizio Dipendenze dell’Ulss4). Sono diciotto i club attivi nel Portogruarese che hanno continuato le loro riunioni in videoconferenza durante la pandemia pur di non perdere il loro appuntamento settimanale di confronto.

L’Acat fa parte di una Consulta delle associazioni che operano nell’ambito delle dipendenze e della salute mentale istituita dall’Ulss4. “Ci appare sempre più importante essere in rete con tutte le altre associazioni socio-sanitarie per il benessere delle persone“, sostiene Allegro, “In quest’ottica abbiamo organizzato quattro giornate per illustrare come svolgiamo la  nostra attività agli operatori sanitari del Ser.D che nel frattempo sono cambiati a causa di pensionamenti/trasferimenti”. L’associazione dei Club Alcologici Territoriali conta attualmente nel Portogruarese 18 club attivi che adottano un approccio ecologico-sociale ideato dallo psichiatra Vladimir Hudolin (1922-1996). Il metodo consiste in una forma di auto-mutuo-aiuto tra le famiglie che frequentano il club, coordinati da una figura di servitore-insegnante. Il club accoglie tutti i disagi esistenziali: alcolisti, tossicodipendenti, comportamenti con l’azzardo, abuso di psicofarmaci e senza fissa dimora. All’interno riveste un ruolo fondamentale il linguaggio che viene utilizzato. “Noi non parliamo di ‘dipendenze’ ma di ‘legami’”, spiega il presidente Allegro, “Questo perchè è fondamentale per noi dare una connotazione di volontarietà e non di sottomissione ad una patologia. Per varie e diverse motivazioni una persona può aver costruito ‘legami’ dannosi in una parte della sua vita: entrare in un club vuol dire mettersi in gioco per fare delle scelte differenti”. Da una decina d’anni l’Acat Portogruarese entra nelle scuole superiori: si piantano dei semi con la speranza che prima o poi possano avere la possibilità di sbocciare. “Abbiamo avuto qualche caso in cui lo studente ha portato a casa la nostra brochure e poi qualche famigliare è venuto a bussare alla nostra porta”, ricorda Allegro, “Molto spesso a bussare sono prima i famigliari di colui che presenta il problema. Vengono alla ricerca di aiuto per cercare di ricostruire un dialogo con una persona con cui hanno perso ogni ponte comunicativo”. I dati nazionali parlano di un incremento durante la pandemia dell’acquisto – e quindi del consumo- di alcool, che al momento non ha riscontro nelle richieste di sostegno ai club portogruaresi. I club nel Portogruarese sono diciotto: due ad Annone Veneto, due a Caorle, uno a Settimo di Cinto Caomaggiore, uno a Concordia Sagittaria, uno a Fratta di Fossalta di Portogruaro, tre a Portogruaro, quattro a San Michele al Tagliamento, tre a San Stino di Livenza e uno a Teglio Veneto. Oggi l’importante confronto di Acat Portogruarese al congresso regionale servirà ai volontari dell’associazione per trovare spunti nuovi per proseguire l’attività.

[c.st.]

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