11.11.2022 – 20.13 – Le indicazioni di mercato danno il consumo di vini bio in piena espansione, e i produttori italiani sono avvantaggiati per ragioni climatiche: infatti l’Italia è in vetta alla classifica. Quest’anno, rispetto al 2021, l’aumento dell’export del vino biologico prodotto nel Veneto Orientale (Sandonatese e Portogruarese) verso Austria e Germania registra un aumento tra il 25 ed il 30 per cento, per un fatturato che si aggira oltre i due milioni di euro. Un successo determinato sicuramente dalla qualità del prodotto e, anche se i numeri sono ancora relativamente piccoli, è altrettanto vero il fenomeno continua a crescere speditamente.
“Abbiamo imboccato una buona strada che vede la sostenibilità come base di partenza di questo successo” – ha affermato Alberto Nadal, amministratore unico delle Fiere Santa Lucia di Piave, conoscitore dei mercati mitteleuropei oltre che produttore assieme alla famiglia. Basta considerare ciò che è successo nel nuovo millennio. Dal 2000 a oggi infatti il totale della superficie vitata è diminuita mentre quella biologica è triplicata, arrivando a raddoppiare negli ultimi sei anni. Se le superfici vitate crescono, è naturale che a farlo siano anche le produzioni”.
L’Italia non ha solo il primato in termini assoluti, aspetto quasi scontato considerando l’estensione dei terreni coltivati a vite in tutta la penisola, dalla Valle d’Aosta a Pantelleria, ma ha anche quello un po’ più significativo del rapporto sul totale. Qui l’Italia detiene il 12% davanti a una sorprendente Austria con l’11,2%, alla Spagna con il 10,2% e, a sorpresa, la Francia che si ferma al 9% e resta fuori dal podio.
[g.m]