16.02.2023 – 10.30 – E’ grazie all’opera del Consorzio di Bonifica ‘Acque Risorgive’, che si batte per la riduzione dei nutrienti versati nella Laguna di Venezia, che la Regione del Veneto ha deciso di scommettere sull’ambiente, adottando interventi mirati volti alla sua salvaguardia. Un’intervento, quello pianificato lungo il basso corso del fiume Draganziolo, che oggi guarda al secondo stralcio dell’opera di riqualificazione ambientale dell’area nota come ‘Oasi di Noale’. Oltre 4 milioni di euro sono stati stanziati per il progetto grazie Legge Speciale di Venezia, che da 11 anni ormai non è finanziata a livello nazionale.
Area naturalistica di circa 38 ettari, l’Oasi di Noale inaugura la sua storia nel Secondo Dopoguerra, anni in cui le sue funzioni erano relegate all’estrazione dell’argilla per rifornire la vicina Fornace Cavasin. Solo in seguito, con l’abbandono delle pratiche di scavo nei primi anni ’70, le cave dell’Oasi, alimentate dall’acqua piovana, e da quella proveniente dal Rio Draganziolo, si sono trasformate in stagni di profondità variabile, da alcuni decimetri a qualche metro.
Dopo un primo stralcio di interventi, realizzato circa una quindicina di anni fa, il progetto attuale ha consentito di creare un unico sistema di bacini in un’area a sinistra del Rio Draganziolo, con la formazione di un’area umida finalizzata alla fitodepurazione delle acque derivate dal fiume stesso e la realizzazione di manufatti e paratoie realizzati attraverso tecniche che hanno ridotto al minimo l’impatto ambientale degli interventi.
“Questo intervento – ha evidenziato l’assessore regionale veneto, Roberto Marcato – rappresenta per Noale un fiore all’occhiello, sia in termini idraulici che naturalistici. L’Oasi è infatti un sito di interesse comunitario che, grazie alla qualificata opera del comitato WWF a cui è affidata la gestione, richiama l’interesse di appassionati e scolaresche per la presenza di specie rare di fauna e flora, alcune delle quali ormai rare, come ad esempio l’Airone rosso, specie in declino in tutta Europa, che qui trova un luogo ideale per la nidificazione”.
L’importanza dell’area va fatta risalire al contributo da essa apportato alla sicurezza idraulica del territorio, in quanto è in grado di ridurre il carico inquinante in arrivo alla Laguna di Venezia, costituendo allo stesso tempo un’area umida in grado di abbattere le concentrazioni di azoto e fosforo attraverso l’impiego di tecniche di fitodepurazione.
[m.g]