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In Veneto fusioni tra Comuni più facili

04.09.2023 – 11:40 – Il processo di fusione tra Comuni in Veneto si sta preparando a una svolta significativa, con quattro nuove proposte di aggregazione in programma per il 29 e 30 ottobre. Questi sviluppi giungono in seguito all’approvazione del progetto di legge 185 da parte del Consiglio Regionale del Veneto, che semplifica notevolmente i percorsi di fusione e abbassa il quorum di partecipazione al referendum consultivo, facendolo scendere dal 50% al 30%.
Il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est, Antonio Ferrarelli, ha elogiato la decisione della Regione Veneto di ridurre il quorum dei referendum di fusione, sottolineando come questo agevoli il riordino territoriale e prevenga la disaffezione al voto che potrebbe ostacolare i tentativi di riforma locale. Ferrarelli ha anche menzionato una recente relazione della Corte dei Conti che ha sottolineato i benefici organizzativi delle aggregazioni tra Comuni di piccole dimensioni, in aggiunta agli incentivi statali erogati per 15 anni.

Un elemento cruciale nel quadro regolativo è la recente conversione in legge del D.L. 22/2023, che ha esteso di ulteriori cinque anni i contributi statali straordinari alle fusioni di Comuni, in vigore dal 1° gennaio 2014. Questo significa che i Comuni che decidono di unirsi possono beneficiare di un contributo pari al 60% dei trasferimenti statali del 2010, fino a un massimo di 2 milioni di euro. Per enti con una popolazione complessiva superiore a 100.000 abitanti, il limite massimo annuale del contributo straordinario è stato innalzato a 10 milioni di euro.

Secondo un’analisi della Fondazione Think Tank Nord Est, in Veneto sono stati assegnati oltre 65 milioni di euro di contributi statali alle fusioni dal 2014 ad oggi.

Tuttavia, nonostante i vantaggi economici evidenti, più della metà delle proposte di fusione in Veneto sono state respinte finora. Su 29 proposte, ben 15 hanno fallito il test del referendum. Al contrario, 14 proposte sono state portate a termine con successo in diverse province venete. Ad esempio, cinque fusioni sono state completate nelle province di Vicenza e Belluno, due nel Padovano, e una nel Trevigiano e nel Rodigino. Nel Veronese, tutte e tre le proposte di fusione sono state respinte, mentre nel Veneziano non è stata ancora indetta alcuna consultazione.

Le quattro nuove proposte di fusione che andranno al voto il 29 e 30 ottobre coinvolgono i Comuni di Guarda Veneta e Polesella nel Rodigino, Carceri e Vighizzolo d’Este in provincia di Padova, Gambugliano e Sovizzo nel Vicentino, e Quero Vas e Alano di Piave in provincia di Belluno. Se tutte e quattro le consultazioni avranno successo, il numero totale dei Comuni in Veneto si ridurrà a 559, continuando il processo di riorganizzazione territoriale nella regione.

Fusioni tra Comuni in Veneto

Questi cambiamenti regolamentari e l’offerta di incentivi statali potrebbero portare a una nuova ondata di fusioni comunali in Veneto, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza organizzativa e la gestione delle risorse pubbliche nei Comuni della Regione.

[g.m]

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