11.09.2023 – 15.34 – L’Italia sta vivendo un’allarmante diminuzione delle iscrizioni alle facoltà di Infermieristica, e la situazione è diventata critica anche nella nostra regione, tanto da rischiare di mettere a repentaglio il futuro della professione infermieristica, un pilastro fondamentale del sistema sanitario italiano.
Secondo i dati sulle pre-immatricolazioni dei giovani neo maturati alle facoltà universitarie per il nuovo anno accademico, si nota infatti un drastico calo delle iscrizioni ai corsi di Infermieristica. Questa tendenza si è manifestata in modo particolarmente evidente nelle sedi dell’Ateneo di Padova a Mestre, Mirano e Portogruaro. Sono solo 130 gli iscritti a infermieristica per i 200 posti tra Mestre e Mirano e solo 32 persone si contenderanno i 100 posti nella sede di Portogruaro. Ancora peggio è andata alle due sedi dell’Ateneo di Padova, che complessivamente ha, per Infermieristica, 1.050 posti a fronte di meno di 800 domande ricevute.
La situazione è ancor più preoccupante considerando che il settore sanitario è già alle prese con organici ridotti e con previsioni di un turnover sostenuto e pensionamenti imminenti. Francesco Menegazzi, segretario generale della Funzione pubblica, e Igor Bonatesta, coordinatore provinciale di Uil Veneto, hanno sottolineato che “il mestiere deve tornare attrattivo altrimenti non avremo più infermieri nei nostri ospedali, nella sanità pubblica, ma anche negli ospedali privati e nelle case di riposo”.
La questione diventa ancora più critica quando si considerano gli abbandoni durante il corso di studi. Molti studenti, una volta iniziato il percorso di Infermieristica, decidono di abbandonarlo per varie ragioni, e alcuni optano per altri percorsi come Medicina, Fisioterapia o Tecnico di radiologia nei successivi anni. Di conseguenza, il numero di infermieri laureati è circa il 30% inferiore rispetto a quelli che iniziano il percorso.
Per peggiorare ulteriormente la situazione, la Uil ha sottolineato che nell’area veneziana ci sono circa 6.570 iscritti all’Ordine professionale degli Infermieri, un numero che si avvicina pericolosamente al numero di infermieri attualmente in servizio. In alcune zone, come l’Ulss 3 Serenissima, il numero di infermieri in servizio è inferiore al fabbisogno stimato. Questi dati evidenziano un futuro incerto per la professione infermieristica e sottolineano l’urgente necessità di adottare misure concrete per incentivare i giovani a intraprendere questa professione cruciale per il sistema sanitario.
La domanda che sorge spontanea è: cosa potrebbe convincere i maturandi ad iscriversi nuovamente a un corso di laurea che offre uno stipendio da 1500 euro netti al mese ma che impone ai neolaureati di lavorare continuamente su turni notturni, domenicali, natalizi e molto altro ancora? È sicuramente fondamentale che vengano adottate politiche volte a rendere la professione infermieristica più attrattiva. Queste politiche potrebbero includere incentivi finanziari, migliori condizioni di lavoro e programmi di sensibilizzazione. È essenziale garantire un numero sufficiente di infermieri nei servizi sanitari, sia pubblici che privati, al fine di preservare la qualità dell’assistenza sanitaria per tutti i cittadini e garantire un futuro sostenibile per la sanità del paese.
Fonte: NurseTimes