di Ayrin Pettorosso
02.12.2023 – 11.47 – Se si parla di inclusione delle diversità, si sta facendo riferimento a un problema che, purtroppo, continua a essere radicalmente presente ed espanso nella nostra cultura. La stragrande maggioranza delle associazioni che operano in questo ambito, però, vanno a promuovere il cambiamento principalmente nel contesto del mondo del lavoro, tendendo a lasciare in secondo piano il fatto che prima di arrivare ad attuare cambiamenti in una sfera specifica sarebbe necessario lavorare sulla questione generale e sull’opinione del cittadino medio, in quanto una sfera lavorativa inclusiva diventa superficiale nel momento in cui la società esterna non lo è.
Infatti una delle maggiori iniziative a sostegno dell’inclusione sociale è il RIDE (Risorse per l’inclusione, la diversità e l’uguaglianza) promosso dal CESIE, centro di studi e iniziative fondato nel 2001, che crede nella collaborazione tra culture, ambiti e settori. Gli obiettivi del RIDE sono di promuovere un mezzo per la creazione di prodotti e processi per formatori e professionisti del lavoro rivolto ai giovani, che sia in grado di supportare lo sviluppo del lavoro giovanile, in quanto categoria svantaggiata nelle assunzioni, di promuovere le pari opportunità, di istituire una rete, una comunità al fine di sviluppare conoscenze e competenze per migliorare la qualità del lavoro con i giovani.
Ci sono, però, anche associazioni che si applicano con l’intenzione di eliminare, o almeno di smorzare, la forza che i pregiudizi, le discriminazioni e gli stereotipi hanno sulla nostra società e sul nostro modo di pensare e di agire. Una di queste è il GUS (Gruppo Umana Solidarietà), che ha messo in atto il progetto di “Promozione della Cultura dell’Uguaglianza” nel quale, all’interno dei progetti di accoglienza, si promuovono interventi rivolti alla cittadinanza e alle scuole per sensibilizzare sul tema delle discriminazioni di origine razziale, e non solo. Questo progetto è stato affiancato ad altri che operano sullo stesso principio generale, ma da punti di vista diversi. Tra questi troviamo il REC(Reti Efficienti Contro la Discriminazione), lo Zainetto dei Saperi, attività di integrazione, laboratori, mediazione familiare per agevolare i processi di integrazione tra giovani di diverse provenienze, il BOGABOXI, raccolta di voci narranti dal mondo dell’immigrazione per la sensibilizzazione sull’integrazione multiculturale, e Senza Muri, progetto di promozione dell’uguaglianza.
Inoltre, troviamo anche i giovani in prima linea per combattere le discriminazioni, infatti il Movimento Giovani di Save The Children, composto da ragazzi tra i 14 e i 18 anni, ha lanciato la campagna UP-prezzami, con l’obiettivo di promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per tutti, di sensibilizzare e coinvolgere adulti, ma soprattutto coetanei, nell’isolamento dei discriminatori e nella diffusione della cultura del rispetto delle diversità. Puntano, inoltre, a combattere il giudizio superficiale e a promuovere la soggettività dell’individuo al di fuori di qualsiasi gruppo di appartenenza, dando una particolare importanza al ruolo della sfera scolastica nella promozione di una cultura di accoglienza, a livello razziale, di identità di genere e di orientamento sessuale, ma anche molto altro.
[a.p]