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domenica , 6 Ottobre 2024

In Veneto la legge sul fine vita non passa per un solo ‘No’

17.01.2024 – 14.19 – “Qualcuno ha voluto far passare il messaggio, scorretto oltre che sbagliato, che la legge autorizzasse il fine vita. Ma non è così. Questa possibilità esiste già in forza di una sentenza della Corte costituzionale del 2019. Puntava a regolare modalità e tempi. Dovevamo votare su un tema etico, non politico. Ognuno si è espresso secondo coscienza. Per quanto riguarda la Lega non abbiamo mai fatto una riunione per contare i voti. Avrei trovato vomitevole il contrario”. Questa la dichiarazione rilasciata all’Ansa dal presidente della regione Veneto, Luca Zaia, dopo la bocciatura della legge sul fine vita. Una bocciatura che il governatore ha definito frutto dell’ipocrisia e della politicizzazione di chi finge di “non vedere che il suicidio assistito c’è già, ma respingono la necessità di adottare una legge per regolamentarlo – conclude – C’era l’occasione e non è stata sfruttata” spiega ancora all’agenzia. Una posizione totalmente opposta rispetto a quella di Matteo Salvini, sostenitore della “tutela della vita dalla culla alla fine”. I voti sono stati distribuiti nel seguente modo: 25 sì, 22 no e 3 astensioni. Per farla passare ne servivano 26. 

Il consiglio regionale del Veneto si spacca
Il consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, Filippo Rigo: “Il testo presentato presenta importanti lacune a livello giuridico. Per questo, penso che la strada da percorrere sia quella di garantire a tutti un percorso di fine vita il più possibile privo di sofferenze attraverso le migliori prestazioni sanitarie, nonché potenziando ulteriormente le cure palliative, le terapie del dolore e l’assistenza domiciliare”.

“Su un tema così delicato molti hanno scelto di votare contro Luca Zaia a partire da Fratelli d’Italia, ma anche parte della sua lista, di fatto dicendosi contro una pratica già esistente in Veneto”, fa sapere Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo.
“Fa ancora più male – prosegue Ostanel – vedere che questa bocciatura si è determinata per un solo voto, come quello di astensione di Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico”.

“Sono state tradite le attese e le speranze di tanti cittadini che nella nostra regione hanno sottoscritto questa proposta e soprattutto di chi vive sulla propria pelle una condizione di sofferenza insopportabile”. Il giudizio è della capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani.

Il consigliere regionale del Gruppo Misto, Stefano Valdegamberi: “C’è il rischio, come sta avvenendo in certi Paesi, che l’eutanasia diventi un mezzo per ridurre la spesa socio-sanitaria. In Canada si sono avuti 40.000 casi in pochi anni, dal 2016 al 2022, e spesso la scelta è tutt’altro che libera ma condizionata da situazioni economiche, sociali e dal grado di offerta dei servizi socio-sanitari. Vanno rafforzate le terapie antidolore e le cure palliative, supportando adeguatamente le famiglie, come prevede un mio progetto di legge regionale di cui sollecito l’approvazione”.

“L’esito del voto, comunque, non ha alcuna conseguenza politica, – sottolinea Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta – perché, almeno per quello che riguarda la Lega, ognuno di noi ha votato secondo coscienza personale, e non per ordini di partito. Sono contento di militare in un partito che lascia la libertà di voto su un tema così delicato. Oggi ha vinto solo la democrazia, e nessun’altro”.

b.b

 

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