24.01.2025 – 09:02 – “Dal 2012 ad oggi l’Unità di Crisi della Regione Veneto ha gestito 350 tavoli di trattativa, 64 dei quali in collaborazione con strutture ministeriali e il coinvolgimento diretto di circa 61mila lavoratori. Nel 2024 si è occupata di 71 crisi aziendali complesse, per un totale di 14 mila lavoratori coinvolti mentre dall’inizio del 2025 sono 43 i casi che richiederanno ancora il nostro impegno, di cui 24 in fase di gestione, 17 in monitoraggio e 2 in fase istruttoria. I comparti che hanno presentato più casi aziendali sono quello metalmeccanico, della logistica, tessile e alimentare; le province più coinvolte Venezia e Padova, poi Vicenza e Treviso, infine Rovigo, Belluno, Verona. Particolare attenzione, in questo inizio d’anno, è stata rivolta ai settori automotive e moda per i quali ci siamo messi subito al lavoro per prevenire la fase emergenziale”.
Lo ha sottolineato oggi l’assessore al Lavoro Valeria Mantovan nel corso della conferenza stampa per illustrare dati e attività di gestione delle crisi aziendali da parte dell’ente strumentale regionale Veneto Lavoro. All’appuntamento, che si è svolto a Palazzo Balbi, hanno partecipato tra gli altri Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro e Giuliano Bascetta, capo progetto dell’Unità di Crisi aziendali.
“Il modello veneto – ha aggiunto l’assessore –, rappresenta un unicum nello scenario nazionale. Siamo al centro di profonde trasformazioni a livello globale, in ambito ambientale, digitale, dell’intelligenza artificiale, che comportano cambiamenti nel modo di produrre e commercializzare. Dobbiamo essere capaci di saper interpretare questi cambiamenti e di reagire. Le nostre eccellenze vanno preservate, le nostre imprese difese, i lavoratori aiutati. Grazie alla concertazione tra tutti i soggetti coinvolti saremo in grado di fare fronte alle nuove situazioni, trovando le soluzioni più efficaci”.
“L’unità di crisi – ha spiegato Giuliano Bascetta – realizza un modello di gestione che si basa sul coinvolgimento di tutte le parti interessate da una crisi complessa, azienda, parti sindacali e datoriali in primis, per la definizione di soluzioni condivise. Insieme puntiamo ad assicurare la continuità produttiva e la salvaguardia dell’occupazione. A questi obiettivi si aggiunge quello della ricollocazione spesso e purtroppo necessaria rispetto agli esuberi. Per realizzare questi obiettivi puntiamo alla mediazione tra le istanze delle parti e all’individuazione degli strumenti piú utili”.
“Cambiare lavoro – evidenzia Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro – sta diventando una caratteristica strutturale del mercato del lavoro, non solo in Veneto, sia essa una scelta volontaria o involontaria da parte del lavoratore. Per questo l’impianto generale delle politiche attive del lavoro va sempre di più nella direzione di garantire a chi rimane escluso dal mercato del lavoro la possibilità di potervi rientrare velocemente, attraverso attività di accompagnamento al lavoro, per le persone con una maggiore capacità di ricollocazione, upskilling e reskilling delle competenze.”
“Lo stesso Programma nazionale GOL prevede un percorso di ricollocazione collettiva che si pone l’obiettivo di consentire alle lavoratrici e ai lavoratori a rischio di disoccupazione di aggiornare e rafforzare le proprie competenze ed abilità professionali e garantirsi così un rapido reinserimento professionale. Il compito dei servizi pubblici per l’impiego è quello di fare il possibile affinché nessuno sia lasciato solo o rimanga indietro e questo vale tanto per i lavoratori di aziende in situazione di crisi quanto per qualsiasi disoccupato”.
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