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giovedì , 22 Maggio 2025

Occupazione in Veneto, crescita solida ma segnali di allerta nei settori chiave

21.05.2025 – 13:28 – Il mercato del lavoro veneto chiude il mese di aprile con un saldo positivo di 19.300 posti, confermando una dinamica occupazionale nel complesso favorevole. È quanto emerge dai dati pubblicati da Veneto Lavoro nella consueta Bussola, il report mensile sull’andamento dell’occupazione regionale, presentato dall’assessore al Lavoro della Regione. Nel complesso, nei primi quattro mesi del 2025, il saldo occupazionale si attesta a +40.300 posti di lavoro dipendente. Sebbene il dato sia leggermente inferiore rispetto allo stesso periodo del 2024, rappresenta comunque un segnale di tenuta del mercato del lavoro, in un contesto economico ancora attraversato da incertezze internazionali. A trainare la crescita ad aprile è stato soprattutto l’avvio, quest’anno ritardato, della stagione turistica. L’effetto è stato visibile in particolare nei servizi, con un’impennata delle assunzioni a tempo determinato. Il turismo, dunque, torna a fungere da motore per l’economia regionale, soprattutto nelle province costiere e nelle città d’arte.

Si registra invece un rallentamento nei contratti a tempo indeterminato, pur mantenendo un bilancio annuale ancora positivo. In calo gli apprendistati, mentre cresce il ricorso al lavoro somministrato, segno di una maggiore flessibilità richiesta dalle imprese in un contesto ancora incerto. Nel settore industriale, il saldo positivo di +6.800 posti non nasconde alcune crepe strutturali. I comparti simbolo del made in Italy, come tessile, abbigliamento e occhialeria, mostrano segnali di affanno. In controtendenza, invece, le industrie calzaturiere e del legno-arredo, che continuano ad assumere. L’edilizia si conferma stabile, mentre il ricorso alla cassa integrazione resta elevato, soprattutto nella meccanica e nella metallurgia.

Dal punto di vista socio-anagrafico, la dinamica occupazionale è disomogenea. Il rallentamento colpisce soprattutto donne, lavoratori italiani e la fascia d’età tra i 30 e i 54 anni, mentre crescono le opportunità per over 55 e lavoratori stranieri, segnalando una possibile ricalibratura della domanda di lavoro verso segmenti meno tradizionali. Anche le differenze territoriali risultano marcate: Belluno è l’unica provincia a registrare un saldo negativo, mentre Venezia e Verona beneficiano dell’effetto turismo, consolidando una crescita occupazionale robusta nel breve termine.

Malgrado i dati positivi, le incertezze dello scenario economico globale – dall’instabilità geopolitica all’erosione della domanda – impongono cautela. Il rischio di una frenata nei settori manifatturieri resta concreto. La Regione ribadisce l’importanza di rafforzare le politiche attive del lavoro, investendo in formazione, riqualificazione e accompagnamento verso impieghi più stabili e qualificati.

La sfida è duplice: proteggere la coesione sociale e rilanciare la competitività del sistema produttivo veneto. Un obiettivo che richiede una collaborazione strutturata tra istituzioni, imprese e sistema formativo, in una fase storica in cui la capacità di adattamento e innovazione si dimostra sempre più decisiva.

[c.v.]

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