10.06.2023 – 10.14 – Il Nord traina la crescita economica dell’Italia, con il Veneto e il Friuli Venezia Giulia tra le regioni più dinamiche. Secondo un rapporto del Centro Studi Confcommercio, nel 2023 si prevede che il Pil del Friuli Venezia Giulia aumenti del 1,2%, mentre il Veneto raggiungerà un +1,5% e la Lombardia addirittura un +1,7%. Questi dati confermano il divario esistente nel paese, con una crescita più sostenuta nelle regioni settentrionali rispetto al Sud. La Lombardia si conferma ancora una volta come la regione trainante dell’economia italiana, seguita da Veneto e Valle d’Aosta. Il Friuli Venezia Giulia, pur non raggiungendo il podio, si posiziona comunque tra le regioni più dinamiche con una previsione di aumento del Pil dell’1,2% per quest’anno.
Mentre il Nord del Paese si prepara a una crescita del Pil che triplica quella del Sud, quest’ultimo sembra rimanere stagnante. Le regioni del Mezzogiorno come la Calabria e la Sardegna prevedono una crescita zero, mentre per l’intero Mezzogiorno si prevede un modesto aumento del 0,5%. Il Centro del Paese si attesta sulla media nazionale con un +1,2%.
L’analisi del Centro Studi Confcommercio evidenzia anche il divario nei consumi e nella demografia. I consumi nel Sud cresceranno solo dello 0,4%, mentre nel Nord si prevede un aumento del 1,2%. Inoltre, il Mezzogiorno ha visto una diminuzione di mezzo milione di persone tra il 2019 e il 2023, rappresentando la metà della perdita totale a livello nazionale.
Il rapporto si concentra anche sul mercato del lavoro, rivelando una volta di più la posizione svantaggiata del Sud, dove il numero di occupati è inferiore rispetto a 30 anni fa. Si prevede un ulteriore calo dell’occupazione del 1,7% per quest’anno. Al contrario, nel Nordest si prevede un aumento significativo dell’occupazione del 11,6%, con un contributo sostanziale da parte del Trentino Alto Adige (+18,7%), quasi il doppio rispetto a quello previsto per il Nordovest. Solo il Centro supererà tali previsioni con un aumento del 13,1%. Tuttavia, se si guardano le singole regioni, il Lazio sarà in cima alla lista con un aumento del 19%, mentre la Calabria si collocherà all’ultimo posto con una diminuzione del 7,2%.
Secondo il rapporto Istat “Le prospettive per l’economia italiana”, guardando al 2024, si prevede un aumento del Pil dell’1,1%, leggermente inferiore rispetto al 2023. Il contributo maggiore all’aumento del Pil negli anni a venire verrà principalmente dalla domanda interna al netto delle scorte, seguito da una domanda estera netta più contenuta. Si prevede che i consumi delle famiglie residenti e delle istituzioni sociali private al servizio delle famiglie aumentino gradualmente, grazie al miglioramento del mercato del lavoro, con un aumento previsto dello 0,5% nel 2023 e dell’1,1% nel 2024.
[g.m]