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Il Veneto è la regione più sicura in Italia per i lavoratori. ‘L’incidenza di mortalità è inferiore allo 0,75’

06.08.2024 – 12:52- Nel primo semestre del 2024, il Veneto si conferma come la regione più sicura per i lavoratori, vantando uno degli indici di mortalità più bassi di tutto il Paese. Secondo il bilancio semestrale dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, il Veneto è l’unica regione in Italia a rientrare nella cosiddetta “zona bianca”. Ma cosa significa esattamente “zona bianca”? L’incidenza di infortuni mortali è inferiore a 0,75 rispetto alla media nazionale. In altre parole, il numero di infortuni mortali per ogni milione di occupati è molto basso, rendendo il Veneto un esempio di eccellenza in termini di sicurezza sul lavoro. A metà 2024, in regione sono stati registrati 17 decessi sul lavoro, un numero inferiore rispetto a molte altre regioni italiane. L’incidenza di mortalità, calcolata come numero di morti ogni milione di occupati, è significativamente bassa rispetto alla media nazionale. Nella provincia di Venezia, con 375.217 occupati, si sono verificati 5 incidenti mortali, portando l’indice di incidenza sugli occupati a 13,3, uno dei valori più bassi in Italia.

Nonostante i dati incoraggianti per il Veneto, il bilancio nazionale è preoccupante. Nei primi sei mesi del 2024, l’Italia ha contato 469 vittime sul lavoro, 19 in più rispetto allo stesso periodo del 2023, con un aumento del 4,2%. Le regioni con la maggiore incidenza di mortalità includono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria, tutte classificate in “zona rossa” (Incidenza > 1,25 Im) per l’elevato rischio di incidenti mortali.

Il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, ha sottolineato come il Veneto rappresenti un esempio positivo di sicurezza sul lavoro. Il rapporto evidenzia che la regione, insieme a Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Molise e Marche, si colloca nella zona bianca, indicando un’incidenza inferiore al 75% rispetto alla media nazionale.

A livello nazionale, il settore delle costruzioni rimane il più colpito, con 68 decessi registrati nel primo semestre del 2024. Tra le fasce di età, i lavoratori ultrasessantacinquenni sono i più vulnerabili, con un’incidenza di mortalità di 65,8 per milione di occupati, seguiti dalla fascia 55-64 anni.

Gli stranieri continuano a essere maggiormente esposti ai rischi, con un tasso di mortalità quasi triplo rispetto ai lavoratori italiani: 34,1 decessi per milione di occupati stranieri contro i 13,3 degli italiani.

[c.v.]

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