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Tavolo di coordinamento regionale al lavoro per il contrasto alla violenza sulle donne

21.02.2022 – 09.13 – “La violenza contro le donne non è solo un problema di genere, è una frattura che coinvolge l’intera comunità, nessuno, anche se su piani e responsabilità diversi, può chiamarsi fuori. Dietro ad un atto fisico violento o a reiterati comportamenti di violenza verbale si annida una lacuna culturale e una donna che chiede aiuto ha il diritto di trovare un ascolto e una presa in carico che la metta, in tempi rapidi e nelle giuste modalità, in sicurezza. È attorno a queste considerazioni che si è riunito il “Tavolo di coordinamento regionale per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne” (previsto dall’articolo 8 della Legge Regionale n. 5 /2013). Come promesso nella riunione del mese di settembre 2021, ci siamo messi al lavoro velocemente, ancorché in tempo di pandemia, e abbiamo effettuato un incontro che ha avuto lo scopo di declinare quelli che sono gli ambiti su cui la nostra Regione ed il Tavolo intende focalizzare gli interventi per il futuro”. Così l’assessore alla Sanità e Politiche Sociali Manuela Lanzarin ha dato il via ai lavori del Tavolo che vede seduti attori provenienti da diversi ambiti della società.
“L’importanza di poter affrontare il problema con risorse certe ci ha portati a programmare l’erogazione di fondi regionali 2022 per 1 milione di euro, in aumento di 300mila euro rispetto al 2021, garantendo analoga copertura finanziaria nel 2023 – sottolinea l’assessore Lanzarin – Mentre la programmazione dei fondi statali è pari a 1 milione e 626.989,26 euro destinata ai 26 Centri Antiviolenza ed alle 27 case rifugio. Altri 728 mila euro verranno utilizzati per ulteriori linee di intervento. Fondi che verranno impiegati per promuovere le azioni di contrasto alla violenza contro le donne ed il supporto alle donne vittime di violenza sviluppando cinque diverse linee di intervento”.
Il programma di lavoro non si limita però al sostegno economico dei punti di accesso e di ascolto della donna, al suo accoglimento e protezione come sono i centri antiviolenza, gli sportelli dedicati e le case rifugio, infatti il programma delineato è una piattaforma di lavoro più ampia che andrà declinata secondo i seguenti temi:

FORMAZIONE. Lo scopo è quello di superare esperienze di “formazione locale” volta ad individuare buone prassi per rispondere a bisogni immediati e contingenti delle realtà coinvolte e di promuovere una formazione con carattere di uniformità e omogeneità nel territorio, grazie all’utilizzo di operatori capaci di agire nel contesto secondo le loro specifiche competenze e professionalità in grado di attivare ed integrarsi con la rete multidisciplinare regionale.
PROTOCOLLI DI RETE
Va superato il sistema di presa in carico e protezione della donna rispondente alle specificità locali del territorio e alle buone prassi già attivate, per raggiungere una omogeneizzazione della presa in carico e protezione della donna sul territorio regionale, con strategie operative condivise per una risposta uniforme ed integrata.
CENTRI PER IL TRATTAMENTO DEGLI UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
In questi anni la Regione del Veneto ha investito in diverse iniziative volte a rendere i centri per il trattamento degli uomini autori di violenza soggetti sempre più conosciuti e riconosciuti all’interno della rete regionale. A fine 2018 la Regione del Veneto è stata ente capofila di un progetto finanziato dall’Unione Europea, A.S.A.P. – A Systemic Approach for Perpetrators – Un approccio sistemico agli uomini autori di violenza sulle donne, volto a costruire e implementare un modello operativo capace di mettere in rete e integrare le metodologie di intervento utilizzate con le donne e i minori vittime di violenza con gli uomini autori della stessa allo scopo di massimizzare l’efficacia degli interventi.
Il progetto è quello di mettere a sistema le strutture ad oggi operative pervenendo ad uniformità di linguaggio e di modalità d’intervento e superando una realtà di strutture che operano in modo autonomo e secondo prassi e metodologie proprie non codificate e riconosciute.
CRITERI MINIMI DI FUNZIONAMENTO DELLE STRUTTURE
Nel corso degli anni la Regione del Veneto si è quindi dotata di un sistema di rilevazione che permette di disporre di informazioni aggiornate sia sulle donne prese in carico (data anagrafici, relazione con il maltrattante, tipologia di violenza…) sia sulle strutture, sulla loro organizzazione e sui servizi erogati e permette altresì la predisposizione di report che illustrano le analisi e le elaborazioni dei dati trasmessi.
È prevista la costituzione di un gruppo di lavoro con le referenti dei centri antiviolenza e delle case rifugio al fine di individuare criteri minimi comuni di funzionamento delle strutture. Si deve anche pervenire all’individuazione di un livello minimo di risposta e attivazione della rete che deve divenire comune a tutti i territori.
PRIMI INTERVENTI SU VIOLENZA ASSISTITA SUI MINORI
Il fanciullo deve beneficiare della sicurezza sociale. Deve poter crescere e svilupparsi in modo sano. A tal fine devono essere assicurate, a lui e alla madre, le cure mediche e le protezioni sociali adeguate, specialmente nel periodo precedente e seguente alla nascita.

“Siamo partiti da qui per prevedere una ricognizione puntuale, attraverso le operatrici dei centri antiviolenza e delle case rifugio, per censire e determinare l’entità del fenomeno della violenza assistita che riguarda i figli e le figlie delle donne prese in carico”.
“Nella nostra regione i punti di accesso ai quali le donne possono rivolgersi sono 63, è in corso il censimento di aggiornamento; infatti, ogni anno gli enti territoriali e gli Enti del Terzo settore incrementano il servizio – aggiunge l’assessore Lanzarin – Sono presenti 26 Centri Antiviolenza (CAV) e 37 sportelli in particolare questi afferiscono a 13 CAV. I punti di accesso complessivi a cui le donne possono rivolgersi sono 63 (26+37).
Si aggiungono le 27 le case rifugio, 17 sono di tipo A ad indirizzo segreto e 10 di tipo B, per 69 camere complessive. Una offerta vasta che per essere sempre più performante necessita di un coordinamento di messa in rete.

[c.s]

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