19.09.2025 – 10:11 – La Regione Veneto ha scelto di affrontare la violenza di genere spostando il baricentro dal piano dell’assistenza a quello dell’economia. Questa settimana, a Palazzo Balbi, sono stati firmati due protocolli che puntano a trasformare protezione e sostegno in occupazione e autonomia finanziaria. Il primo accordo, con INPS e Consulta dei Consulenti del Lavoro, lega il contrasto ai maltrattamenti femminili al reinserimento professionale delle vittime. La logica è che senza indipendenza economica le politiche di tutela restano fragili. “La battaglia non si vince solo con la denuncia”, ha detto l’assessore Manuela Lanzarin, ricordando che la campagna regionale “Sicura” intende rafforzare percorsi di formazione e accesso al lavoro. Il secondo protocollo, sottoscritto con Confcommercio Veneto e il gruppo Terziario Donna, introduce nei luoghi di lavoro la figura della “sentinella”: un presidio informale chiamato a intercettare i segnali di violenza domestica o di controllo economico. L’iniziativa si inserisce in un tessuto produttivo dove sette imprese su dieci sono a conduzione femminile, e che la Regione intende mobilitare come rete di prevenzione.
Entrambi i documenti hanno durata triennale e prevedono il coinvolgimento diretto di centri antiviolenza e case rifugio già riconosciuti dalla legge regionale. L’INPS dovrà rafforzare la raccolta e l’analisi dei dati, mentre i consulenti del lavoro, circa 1.900 nel territorio, fungeranno da cerniera tra domanda e offerta di occupazione.
Dietro l’enfasi istituzionale resta la sfida della misurabilità: se le partnership produrranno realmente nuove opportunità professionali per le vittime o se rimarranno strumenti di sensibilizzazione a basso impatto. Per una regione che ambisce a coniugare competitività economica e inclusione sociale, la credibilità del progetto dipenderà dalla capacità di trasformare protocolli in contratti, e dichiarazioni in numeri.
[c.v.]