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mercoledì , 17 Dicembre 2025

A Venezia “The Curse of Recursion”: quando la memoria sonora si riscrive da sola

17.12.2025 – 17:07 Venezia ospita “The Curse of Recursion”, la nuova mostra del duo Dust Archive, composto da Alberto Biasutti e Fabio Arnosti, artisti originari di Pordenone. L’esposizione è attualmente in programma presso Alice nello spazio latente, artists’ run space situato in Salizada de le Gatte 3191, Venezia, e sarà inaugurata il 19 dicembre alle ore 19:00. Alice nello spazio latente è uno spazio indipendente veneziano di natura “underwater”, fondato insieme all’artista Arseny Zhilyaev. Il progetto si dedica alla ricerca artistica locale e delle aree limitrofe, esplorando al tempo stesso, con un approccio concettuale e patamatematico, le possibilità di immaginare la pace nell’universo attraverso le pratiche espositive contemporanee.

“The Curse of Recursion” si colloca all’incrocio tra archeologia dei media e ricerca sulla memoria tecnica. Al centro della pratica di Dust Archive vi sono nastri magnetici ritrovati, di origine sconosciuta: forse residui di pratiche musicali dimenticate, forse detriti sonori degli anni Settanta. Questi materiali, anziché essere semplicemente conservati, vengono messi in condizione di suonare, disgregarsi e riscriversi autonomamente, generando nuove strutture di senso.

Il duo definisce questo processo “the curse of recursion”: un ciclo continuo di trasformazione in cui il suono viene analizzato, tradotto in immagine e poi nuovamente percepito e trasformato in suono. In questo meccanismo la ripetizione non genera mai qualcosa di identico, ma produce sempre una variazione, facendo dell’archivio un sistema vivo e in continua evoluzione. La pratica di Dust Archive si inserisce nella parafinzione, una modalità artistica che si muove tra realtà e finzione. Come nelle opere di Walid Raad e The Atlas Group, il documento non serve a raccontare un fatto, ma diventa materia artistica, spostando l’attenzione sul funzionamento dei mezzi di registrazione, sulla perdita e sulla trasformazione della memoria nel tempo.

Il progetto di Dust Archive rientra in una pratica post-concettuale, in cui l’opera non è solo un oggetto finito, ma anche un processo e una riflessione su se stessa. I nastri magnetici diventano così testimonianze del passato, ma anche materiali da trasformare: sono allo stesso tempo archivi, immagini, suoni e sculture. Il lavoro del duo dialoga apertamente con altre ricerche artistiche. In particolare, richiama William Basinski, per il quale il deterioramento del nastro magnetico diventa parte centrale dell’opera, e Steve Roden, che considera l’ascolto come una pratica attiva e valorizza oggetti comuni e ritrovati come possibili fonti sonore.

“The Curse of Recursion” è, in definitiva, una mostra sulla memoria come processo instabile. Ogni tentativo di conservazione genera una nuova versione, ogni traccia diventa interpretazione.

Laddove ci aspettiamo permanenza, Dust Archive mostrano il cambiamento.

[s.b.]

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