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Siccità, cala produzione energia. L’allarme di Assoidroelettrica: “60% in meno

31.07.2022 – 07:10 – Nel panorama, purtroppo non amplissimo, delle fonti rinnovabili che garantiscono una produzione costante e affidabile, l’idroelettrico gioca una parte fondamentale. L’unico fattore limitante è la conformazione geo-oro-idrografica del territorio, per cui l’idroelettrico non è una tecnologia installabile ovunque, ma la sua disponibilità varia a seconda delle zone. C’è chi, come la Norvegia, grazie alla ricchezza di fiumi e bacini può permettersi di soddisfare oltre il 90% del fabbisogno grazie ad esso e chi, come noi, deve accontentarsi di una quota assai più bassa. In italia l’idroelettrico copre poco meno del 40% del totale dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, che a loro volta costituiscono circa il 37% del totale. Il vantaggio, rispetto ad altre fonti come il solare o l’eolico, è la disponibilità costante, indipendentemente dalla fascia quotidiana o dall’intensità del vento. Tuttavia, mentre le altre fonti rinnovabili sono in crescita costante, l’idroelettrico è grossomodo saturo sin dagli anni ‘60 del secolo scorso, anzi, negli ultimi tempi ha palesato una leggera flessione. Un dato di cui deve tener conto la Strategia Energetica Nazionale che prevede un aumento dell’8% della produzione di energia elettrica da fonte idroelettrica entro il 2030. Obiettivo che potrebbe essere raggiunto efficientando gli impianti attuali e aggiungendone qualcuno di piccole dimensioni. In Italia c’è dunque un carico fisso di energia che proviene da fiumi e laghi che difficilmente potrà essere espanso in futuro. Anzi, che rischia di restringersi. Quando ci si avventura in calcoli di questo tipo c’è un elefante nella stanza di cui ci si dimentica, ma che sta diventando un problema sempre più drammatico: la siccità.

Come ha spiegato Paolo Taglioli, direttore generale di Assoidroelettrica, l’associazione che raccoglie i produttori idroelettrici e i professionisti del settore, in un’intervista rilasciata a GEA “quasi tutte le centrali idroelettriche in Italia, a causa della siccità, sono ferme e quelle che funzionano girano a carico ridottissimo”. La stima di Assoidroelettrica prevede un calo del 60% di produzione elettrica per gli impianti sui corpi idrici principali e del 70-75% per quelli sui corpi idrici secondari. Una misurazione più precisa della contrazione della produzione sui dodici mesi sarà giocoforza legata all’andamento dell’autunno, ma le premesse sono scoraggianti. Se si considera che in Italia sono attivi circa 4.300 impianti capaci di produrre 46 TWh di energia elettrica all’anno, un calo così imponente in percentuale sul totale comporterebbe un deficit energetico preoccupante. E non è detto che si tratti di un evento isolato destinato a restare un unicum. Qualora le medesime condizioni di questa estate dovessero ripetersi anche in futuro, sarà necessario ridisegnare la strategia energetica legata all’idroelettrico e correre ai ripari, oltre ad accelerare le misure di contrasto al cambiamento climatico.

p.l

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