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martedì , 30 Aprile 2024

Accesso programmato ai corsi di medicina, il governo studia un nuovo approccio

16.01.2023 – 10.30 – Verrà istituita dal Governo una nuova commissione per studiare l’eliminazione dell’accesso programmato alle facoltà di Medicina e Chirurgia, alla presenza del ministro per l’Università, Annamaria Bernini. A questo proposito commenta  soddisfatto il Presidente del Veneto, Luca Zaia:
“Non è da ieri ma da molti anni che continuo a denunciare i problemi causati dal numero chiuso per l’acceso alla facoltà di Medicina. Questo Governo, finalmente, dà un segnale concreto che interrompe il nulla di fatto. Spero che tutti prendano coscienza che un bravo chirurgo si seleziona sul campo dopo averlo portato in sala operatoria o che un bravo internista deve dimostrare il suo valore in corsia con il paziente. Di certo non a 19 anni con test di selezione con domande a eliminazione e risposte a crocette”.
Le modalità di ammissione si presentano infatti in un sistema complesso: tra domande di logica, biologia e chimica, cultura generale e matematica, miscelate ad una smisurata iper-competizione tra i futuri studenti delle facoltà.

“Personalmente continuo a difendere una visione meritocratica dei percorsi di studio: possibilità di accesso per tutti, e grande selezione nel percorso formativo – aggiunge il Presidente del Veneto –. Il futuro professionista al quale affidiamo la nostra salute deve formarsi ed essere valutato sulla preparazione che dimostra in aula e sul campo.  Quando mi sono iscritto all’università, tutti sconsigliavano Medicina perché con troppi iscritti si prevedeva fosse una fabbrica di disoccupati; oggi, nell’età di un professionista nel pieno dell’attività, da amministratore mi devo misurare con una carenza cronica di medici nelle nostre strutture sanitarie sia ospedaliere sia del territorio”.

“La limitatezza degli accessi ai corsi di laurea – conclude il Governatore – ha progressivamente contrassegnato in negativo l’ultimo decennio. Questa carenza ha condizionato anche gli ingressi dopo la laurea a tante Scuole di specializzazione come pediatria, anestesia, traumatologia o chirurgia, il cui diploma è requisito essenziale per accedere alle strutture del servizio sanitario regionale. È indispensabile intervenire tempestivamente anche rilanciando l’attrattività di alcune specializzazioni sui neolaureati ma iniziando senza dubbio dal superamento di un sistema che con una selezione tanto prematura rischia non solo di negare il fabbisogno di professionisti indispensabili alla nostra sanità ma anche di escludere giovani che potrebbero rivelarsi clinici o chirurghi di grande talento”.

[m.g]

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