16.03.2023 – 9.30 – Positivi i dati sugli andamenti del lavoro in Veneto che guardano ad un saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato, che lascia ben sperare. Si è infatti verificata una crescita evidente con 12.700 posizioni lavorative date da 8.700 contratti a tempo determinato e 4.100 a tempo indeterminato.
E’ Veneto Lavoro a rilasciare i dati analizzati per mezzo dell’analisi della Bussola mensile e a questi commenta l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan: “Il nuovo anno si apre con segnali incoraggianti dall’occupazione nella nostra regione. I dati di febbraio indicano che cresce l’occupazione stabile, con un aumento di 12.700 di posizioni lavorative. Va detto che rispetto alla domanda di lavoro questo è il miglior risultato degli ultimi cinque anni, in questo periodo, dovuto, in particolare, alla crescita dei contratti a tempo indeterminato ed il ritorno di quelli a termine. Venezia e Verona sono le province trainanti dove si registrano dati migliori, grazie al buon andamento del turismo”.
Le assunzioni sono state complessivamente 45.900 con la conferma della tendenza alla stabilizzazione dei rapporti a termine (più 6.100) e una crescita del part time che da inizio anno (gennaio-febbraio) sono cresciute con 29.100 contratti part time su 105.000 assunzioni. 33.200 le cessazioni a febbraio, in gran parte costituite da contratti a termine in chiusura.
“Altro dato interessante è che l’occupazione cresce in tutte le province – sottolinea ancora Donazzan -. Un terzo dei nuovi posti di lavoro è concentrato nel veneziano (più 4.100), a seguire Verona (più 3.000), Padova (più 2.100) e a Treviso (più 1.400). Per quanto concerne i settori, trainanti sono il turismo e i servizi mentre l’agricoltura continua ad essere in negativo”.
Per quanto concerne infine la disoccupazione, da inizio anno sono entrati in stato di disoccupazione 21.900. A fine febbraio i disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego del Veneto sono complessivamente 317.100, dei quali 58 per cento sono donne, il 23 per cento del totale sono giovani.
[m.g]