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Ăquae Naturografie. A Venezia la mostra ‘a quattro mani’ con la natura

23.03.2023 – 11.34 – Si chiamano Naturografie le opere che l’artista contemporaneo Roberto Ghezzi realizza a quattro mani con la natura: una particolare forma artistica in cui arte, uomo e ambiente entrano in consonante e originale connessione. La mostra “Ăquae Naturografie” (a cura di START Cultura) – che conta circa un centinaio di opere – è visitabile a Venezia, Fondaco dei Tedeschi (Calle del Fontego dei Tedeschi, Ponte di Rialto), fino al prossimo 1° maggio. Si tratta dell’esito di una ricognizione che l’artista ha intrapreso lungo l’arco costiero dell’alto Adriatico, fino ad approdare nella Laguna di Venezia. Le opere si possono definire dei veri e propri autoritratti di Laguna dove l’ambiente anfibio della Laguna e la natura terracquea si raccontano in modo sorprendente. Le Naturografie sono anche inconsapevoli matrici di raccolta che fotografano la salute dell’ecosistema in cui vengono immerse: un aspetto di tale interesse da aver portato anche alla collaborazione con il CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche.

l’artista in contemplazione

Sarà lo stesso Roberto Ghezzi ad illustrare al pubblico le sue “sindoni di laguna” e raccontare la filosofia creativa delle Naturografie: domenica 26 marzo alle 11.00 è, infatti, in programma una visita-incontro con Roberto Ghezzi che assieme a Stefano Borella (Direttore Riserva Naturale WWF di Val Averto) e Michele Zacchigna (Ricercatore CNR-IOM), guideranno il pubblico alla scoperta del progetto e delle opere.
Le Naturografie nascono con la scelta da parte dell’artista del luogo dell’installazione e della tipologia di tessuto da utilizzare, che viene lasciato parzialmente immerso nell’acqua, demandando così al tempo e alla natura stessa il completamento dell’opera. La luce, il vento e la pioggia, le piante e gli organismi che vivono in quelle acque agiscono sulle tele per creare paesaggi vivi e sempre diversi. Lo spettatore si trova di fronte ad una produzione inconsueta, portatrice di canoni estetici misti (naturali-umani), valenze simboliche (l’artista che delega l’atto gestuale alla natura), aspetti etici (la comprensione ed il dialogo con il paesaggio e la sua salvaguardia).

“L’esposizione, raggruppa una serie di grandi tele che si sono generate dopo oltre sei mesi di immersione nei luoghi della laguna veneta – spiega Roberto Ghezzi. Sono state montate negli spazi del Fondaco come fossero delle sindoni, delle “pelli” di laguna, issate con delle catene che, a loro volta, erano rimaste a lungo immerse nelle acque. La laguna ha fortemente agito sui tessuti di queste tele: le ha martoriate, scavate, mangiate. Su di esse troviamo sia i segni della bellezza della creazione – come i verdi delle alghe che hanno trovato alloggio e nuova dimora nei miei tessuti – che anche i segni dell’inquinamento e dell’effetto antropico delle maree”.

La partecipazione è libera su prenotazione all’indirizzo: [email protected]. Le prenotazioni saranno attive fino a mezz’ora prima dell’inizio dell’evento, e comunque fino ad esaurimento dei posti disponibili.

[cs]

 

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