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Quirinale, nulla di fatto al sesto scrutinio ma si va verso la soluzione

28.01.2022 – 21.00 | Non c’è ancora il nome, ma ci siamo quasi: questo è quanto appare chiaro dopo il sesto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, in corso a Montecitorio dallo scorso lunedì 24 gennaio e giunta al quinto giorno di seduta. Se è vero infatti che anche il sesto scrutinio non ha eletto la massima carica dello stato, è vero anche che le trattative condotte in modo forsennato tra le figure di spicco delle diverse forze coinvolte paiono aver portato a un accordo. Sarà una donna, verosimilmente, a ricoprire la massima carica dello Stato per i prossimi sette anni, ma non sarà Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, il cui nome è stato “bruciato” al quinto scrutinio. Rimane da capire se sarà Marta Cartabia o, più probabilmente, Elisabetta Belloni: una soluzione che accontenta tutti (o quasi), in particolare chi potrà, a elezione avvenuta, rivendicare la riuscita dell’operazione avendo di fatto condotto in prima persona tutti i passaggi delle trattative andate in scena in questi giorni. E che, quindi, uscirà di fatto vincitore dalla delicata partita politica andata in scena in questi giorni.

DOPO GIORNI DI STALLO, SI APRE IL DIALOGO – Rispetto alle ore precedenti, si registra un’importante apertura al dialogo e adesso i confronti sono più serrati, perché da tutte le parti inizia a sentirsi l’esigenza di chiudere la partita sul Quirinale prima possibile, per poi potersi concentrare su altre questioni. Proprio per questo i confronti non avvengono solo tra alleati, ma anche tra i leader dei diversi poli: si incontrano Matteo Salvini, della Lega, con Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, e Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Successivamente, Salvini e Letta incontrano anche Giuseppe Conte per cercare di trovare una quadra anche con il MoVimento 5 Stelle. Molto attivo in questa fase il Carroccio, sia per mezzo di Salvini che tramite gli altri parlamentari, impegnati a incontrare non soltanto gli altri elettori, ma anche gli stessi candidati. Da parte del centrosinistra, comunque, appare ancora maggioritario l’orientamento verso la scheda bianca, in attesa di decidere un nome da proporre (oltre a quello del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, tornano in auge a sinistra i nomi di Pierferdinando Casini e di Sergio Mattarella) alla controparte in vista dello scrutinio di domani (anticipato alle 9,30, mentre quello pomeridiano si terrà alle 16,30). A votazione conclusa, prima ancora dello spoglio, Salvini e Conte fanno in pratica lo stesso annuncio, che odora di fatto di accordo tra i due ex alleati: l’ospite del Quirinale per i prossimi sette anni sarà una donna. I numeri dello scrutinio dicono che il Presidente uscente, Mattarella, ha ricevuto 336 voti, ma anche che tra astensioni, schede bianche e schede nulle 555 elettori non hanno espresso la preferenza.

CHE DESTINO PER IL GOVERNO? – Ci si avvia dunque verso una conclusione della questione-Presidente: sarà domani, verosimilmente, il giorno della verità, con il nome del Capo dello Stato che potrebbe arrivare già al primo scrutinio di giornata, a meno di ulteriori colpi di scena che potrebbero arrivare nella notte, visto che si preannunciano comunque ulteriori trattative, anche se le due candidate in lizza (Elisabetta Belloni e Marta Cartabia) dovrebbero comunque accontentare tutti. Chiusa la pratica Quirinale, che per i principali leader coinvolti è stata soltanto una questione collaterale, si ragionerà sulla vera questione calda, cioè sul destino del Governo, mai apparso così fragile dal suo insediamento: anche in caso di permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, la maggioranza che lo supporta non potrà più avere la stessa composizione e andrà ridiscussa.
di Epifanio Romano

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