25.01.2022 – 12.00 – Una lettrice mi scrive di una sua lunga relazione, di 15 anni, dove si è perso il riconoscersi all’interno della coppia. Improvvisamente scoppia l’interesse e la passione per un altro uomo che incrina la sua conoscenza di sé e la sua vita. Sceglie dopo mesi meravigliosi di non abbandonare la sicurezza e di interrompere i rapporti, scrive “Non ne ho avuto la forza e non ne ho avuto il coraggio”.
Che riflessioni possiamo trarre da questa esperienza? Molto più comune di quanto si creda? Siamo esseri in continua e perpetua evoluzione, cambiamo ogni giorno attraverso le esperienze ed è difficile conoscere noi stessi, a che punto siamo arrivati e dove stiamo andando. Il riconoscimento all’interno della coppia è una parte fondamentale, riconoscere l’altro per ciò che è, per ciò che è diventato accettandolo profondamente nella sua diversità. L’eterna scelta tra il porto sicuro e il mare aperto, che porta lontano e regala libertà e nuove emozioni, che può incontrare tempeste orribili sulla rotta sconosciuta.
Il nuovo brucia infiamma, travolge, sradica le nostre convinzioni su chi siamo e di cosa abbiamo bisogno. È una scelta impegnativa tra la stabilità, il conosciuto, la prevedibile ripetizione con la sicurezza che regala, anche con la possibile noia e l’ignoto altro e l’ignoto dentro di noi. L’esperienza vissuta non è mai uno sbaglio, ci arricchisce, ci permette di vedere parti di noi nascoste, sopite, anchilosate. Spesso il tradire non è un tradimento verso l’altro ma verso il noi stessi che siamo diventati, l’altro è solo il mezzo per scuotersi di dosso la corazza che si forma pian piano nella quotidianità. Il tradire ci fa riflettere su chi siamo e cosa vogliamo e se la persona che ci è accanto può rappresentare ancora, il compagno di vita, consapevoli che è impossibile trovare quella sensazione di scoperta e novità che una persona nuova sa regalare. L’insegnamento che il tradimento lascia è la riflessione su chi siamo diventati e chi è diventato il partner e se siamo ancora disposti a iniziare con il nostro nuovo sé a costruire il nuovo Noi.
All’interno di un matrimonio ce ne sono molti, sempre con la stessa persona, uno che segue l’altro e le diverse fasi della vita dove ri-inventiamo noi stessi per, se vogliamo, reinventare e ricreare il Noi. Vi è una differenza tra affetto e intimità, sono piani diversi, il primo dipende molto dal tempo e dalla condivisione di momenti storie, episodi di vita, l’intimità è la profonda sensazione che si sente nella pancia e che scalda il cuore, l’essere accolti, accettati, curati, visti, contenuti e si crea tra due persone che scelgono di sviluppare queste capacità e offrirle all’altro. E tu che ne pensi? Sei per i porti sicuri o per il mare aperto? Ami le imprevedibili tempeste o navigare in tranquillità sul mare calmo?
Scrivi pure le domande, che saranno trattate in forma anonima, e le tue esperienze di relazione via mail a [email protected] o via WhatsApp al 3921805011 e ti risponderò con gioia, la tua vita può essere spunto di crescita e riflessione anche per gli altri lettori.