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Fiore, fungo o ferro di cavallo? Il sesso e le sue forme

20.02.2022 – 13.30 – Il mondo è bello perché è vario de gustibus non est disputandum. Con queste due importanti e imprescindibili premesse si vuole introdurre il tema protagonista di questo articolo: le forme. No, non stiamo parlando delle classiche altezze, larghezze e profondità, che cambiano e variano da persona a persona, stiamo parlando di forme nel senso stretto del termine: aspetto, figura, foggia, profilo, sagoma e tutti i sinonimi che trovate sul vocabolario. Vediamo allora quali sono le più comuni nell’immaginario collettivo.
Partiamo dal pene: se si è già detto che lunghezza, grandezza e colore possono variare (e di molto) a seconda di chi “lo porta”, è altrettanto importante premettere ciò che già da moltissimo tempo si va ormai ripetendo: non contano le misure ma come lo si usa. (No, non è una frase consolatoria per chi scarseggia in dimensioni, si tratta di una semplice constatazione).
Dunque, quali sono le forme? La più classica è quella che si potrebbe definire “lineare“: perfettamente dritto e senza “storture” con un glande proporzionato; è quel pene così perfetto dal punto di vista “geometrico” che sembra uscito dalla sezione Female frendly di YouPorn. Diverso è invece il pene cosiddetto a “fungo“, in cui il glande è più grande rispetto all’asta in termini di diametro, donandogli quella forma da cui prende il nome. C’è poi quello ad “uncino“, in cui il corpo è dritto ma tende o a destra o a sinistra al collo. Badate bene, proprio quest’ultima forma è anche tra quelle più ricercate, una specie di zero negativo dei peni insomma: l’incurvatura, infatti, ben si adatta all’interno della cavità vaginale, raggiungendo punti “nascosti” e vette a cui altri non potrebbero ambire. Ancora, il pene a “cono capovolto“: anziché ingrossarsi verso la fine, qui avviene l’esatto opposto, ovvero la parte inferiore dell’asta risulta più grossa, mentre la punta è più sottile rispetto alla radice.

E parlando invece di vagine? Quante tipologie esistono? Anche in questo caso tantissime. Da quella “disegnata” detta anche “Barbie“, in realtà meno diffusa di quanto si potrebbe essere portarti a pensare, completamente racchiusa in sé stessa, le grandi labbra sono attaccate e raccolgono tutto al loro interno nascondendo la clitoride. Una variante di quest’ultima è anche quella “a sbuffo“, dove però le grandi labbra sono più gonfie dando alla vagina un aspetto maggiormente carnoso. Ancora, c’è quella a forma di fiore: le grandi labbra sono sovrastate dalle piccole labbra e la clitoride risulta visibile, donandole una forma, per l’appunto, floreale. Simile ma al contempo diversa è poi la vagina a ferro di cavallo, dove tutta la parte superiore è ben visibile, lasciando scoperte clitoride e piccole labbra, andando invece poi a chiudersi nella parte inferiore. Infine, la vagina “toc toc” dove la clitoride esce dalle grandi labbra che sono a loro volta staccate, mentre le piccole labbra rimangono invisibili.
Anche qui, è importante ricordarlo, al pari del pene, non importa la forma, il colore, il taglio, o la profondità: la funzione rimane sempre la stessa.

Infine, non dimentichiamo il seno. Anche in questo caso non si parla di grandezze bensì di forme. Partiamo da quella asimmetrica, dove un seno è più o meno evidentemente grande rispetto dell’altro, in realtà più comune tra le donne di quanto si pensi, fino a quella a “campana“, tipico dei seni più abbondanti, molto stretto nella parte superiore e più ampio invece nella parte inferiore. Ancora, l’aspetto può dipendere anche dall’orientamento dei capezzoli, da quelli che vanno in direzioni opposte o quelli all’insù, che donano al seno una forma “a punta“. Infine, il seno perfettamente rotondo, molto comune quando si parla di chirurgia estetica ma un po’ più raro quando si parla di seno “al naturale”, ma comunque non impossibile da trovare.
Insomma, di forme ce ne sono (letteralmente) per tutti i gusti. In questo articolo abbiamo parlato delle più comuni, ma l’aspetto, come si è già detto, può variare enormemente, cambiando da persona a persona. Come capire quale è il più adatto a voi? Beh…
di Manuela Gallo 

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