20.06.2022 – 07.11 – La più grave crisi idrica degli ultimi 70 anni ci obbliga a comprendere che i cambiamenti climatici sono una realtà presente e che tutti siamo chiamati a cambiare il sistema socio- economico poiché ne va della nostra stessa sopravvivenza. Fa notizia la tragica agonia del Po, ma anche nel territorio del Veneto Orientale, giorno dopo giorno, si stanno vistosamente abbassando i livelli idrometrici di fiumi e canali.
Il bollettino emesso lo scorso 10 giugno dall’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali ha definito l’attuale situazione di severità idrica di livello medio (codice giallo), che significa che le portate in alveo ovvero le temperature elevate ovvero i volumi cumulati negli invasi non sono sufficienti a garantire gli utilizzi idropotabili ed irrigui.
Il passo successivo nella scala dell’emergenza è il livello alto di severità idrica (codice rosso), che significa che sono state prese tutte le misure preventive ma prevale uno stato critico ragionevolmente non contrastabile con gli strumenti ordinari già previsti dalle norme nazionali e locali e dai vigenti atti di pianificazione (la risorsa idrica non risulta sufficiente ad evitare danni al sistema gravi e prolungati).
Il prossimo incontro dell’Osservatorio, fissato per giovedì 23, sarà determinante per definire il grado di severità idrica raggiunto e Legambiente auspica che venga compreso senza tentennamenti che le condizioni delle risorse idriche non sono sufficienti a garantire gli usi idropotabili ed irrigui ed è indispensabile adottare misure straordinarie.
“Sembra ormai inevitabile il razionamento della risorsa idropotabile, oltre che di quella irrigua. Le autorità pubbliche dovranno – afferma il portavoce de Il Circolo Legambiente “Pascutto-Geretto” – responsabilmente, prendere atto della situazione e adottare al più presto i necessari provvedimenti tra cui la limitazione agli usi a scopi ricreativi dell’acqua potabile. Quando in una famiglia scarseggiano le risorse economiche, si sacrificano le spese per i divertimenti, perché si dà la priorità ai bisogni essenziali. Lo stesso vale ora per la risorsa acqua.
Per questo Legambiente chiede ai sindaci, in particolare ai sindaci dei comuni costieri, che, con la diligenza del buon padre di famiglia, emanino urgentemente ordinanze per vietare gli usi dell’acqua di acquedotto per scopi ricreativi, come le piscine e i parchi acquatici.
Poi, siccome l’estate è lunga e l’emergenza sarà sempre più acuta, chiediamo che la Regione Veneto assuma un ruolo guida nello studio e nell’attuazione di un piano di razionamento, che preveda misure di risparmio della risorsa idropotabile anche di immediata applicazione, come i rubinetti temporizzati per le docce nelle strutture ricettive e nei villaggi turistici”.
La campagna “Operazione fiumi”, che impegna Legambiente Veneto, in collaborazione con Arpav, nel monitoraggio dello stato di salute dei nostri fiumi, sta evidenziando come le portate estremamente ridotte di questi mesi rischiano di aggravare le situazioni di criticità già riscontrate in condizioni di portate normali.
Legambiente sollecita anche interventi di comunicazione e responsabilizzazione rivolti ai fruitori delle pinete poste nelle zone costiere, ricordare o emanare i divieti di accendere fuochi, usare fiamme libere, fumare all’interno delle pinete poichè si tratta di azioni necessarie per tutelare i turisti e il bene ambientale.
[c.s]