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“Non ti accetto il bancomat”: dal 30 giugno scatta la sanzione

01.05.2022 – 17.37 – L’entrata in vigore del regime sanzionatorio nei confronti di coloro che rifiutano ai propri clienti il pagamento con carte di credito, bancomat o altri strumenti elettronici è stata anticipata di 6 mesi. Le sanzioni che dovevano partire dal 1° gennaio 2023 prenderanno il via già dal 30 giugno 2022. È quanto disposto dall’art. 18, comma 1, D.L. n. 36/2022 c.d. “Decreto PNRR 2”. L’obbligo di accettare pagamenti elettronici (carte di debito, credito o altri strumenti elettronici) è in vigore da quasi 10 anni (art. 15, D.L . n. 179/2012), ed interessa tutti coloro che effettuano sia attività di vendita di prodotti che di prestazione di servizi, anche professionali. Mancava solo il regime sanzionatorio che, con il nuovo Decreto PNRR 2, è stato sancito e verrà reso effettivo in un mese.

Secondo quanto disposto dall’art. 15, comma 4-bis, D.L. n. 179/2012, la sanzione applicabile per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici è costituita dalla somma di una quota fissa di 30 euro e di una quota variabile che rappresenta il 4% del valore della transazione per la quale è stato rifiutato il pagamento elettronico.
La sanzione è irrogata a prescindere dall’importo della transazione rifiutata: è sanzionabile anche chi nega al cliente la possibilità di pagare tramite uno strumento di pagamento elettronico anche se si tratta di un modico importo.

Trattandosi di una sanzione amministrativa e non tributaria, il comma 4-bis prevede che, per le sanzioni relative alle violazioni in esame si applichino le procedure e i termini previsti dalla Legge 24 novembre 1981, n. 689. Sarà, pertanto, di competenza del Prefetto la gestione della procedura sanzionatoria, sulla base dei verbali di accertamento raccolti dalla Guardia di Finanza (o dagli agenti di polizia giudiziaria). Il compito di portare alla luce eventuali mancate accettazioni di pagamenti tramite POS, si ritiene, spetti al singolo contribuente, che dovrebbe recarsi presso l’Ufficio della Guardia di Finanzia e denunciare l’irregolarità che si è verificata.

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