22.09.2022 – 10.08 – Attivato il progetto Zeus nel Portogruarese: prevede la presa in carico immediata dei soggetti maltrattanti parallelamente all’aiuto delle persone offese. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Ulss4 Veneto Orientale Mauro Filippi che ha spiegato: “Con la sottoscrizione del protocollo Zeus tra Ulss4, Questura di Venezia e Fondazione Ferrioli Bo Onlus, oggi si è posto un altro importante tassello nella lotta alla violenza di genere. Oltre all’attività svolta dall’Ulss4, sanitaria, psicologica e di accoglienza delle vittime e di familiari in situazioni critiche, i soggetti autori di violenza ammoniti dal Questore verranno indirizzati in un percorso riabilitativo psicologico curato dalla Fondazione Ferrioli Bo”. L’obiettivo principale del progetto Zeus è quello di un intervento immediato degli enti preposti senza che passi del tempo prezioso tra la prima denuncia e la presa in carico da parte del sistema. “Fondamentale in questo contesto è il lavoro coeso, di squadra, tra le istituzioni, amministrazioni comunali, forze dell’ordine ed il privato sociale, che ringrazio per questa iniziativa e per essere sempre al fianco dell’azienda sanitaria”, ha osservato Filippi, “Ciò tenendo sempre presente che questo non è un punto di arrivo ma la tappa di un percorso che continua e che dovrà raggiungere anche i più giovani per creare una cultura diversa di rapporto tra uomo e donna ed in generale tra persone”.
Il protocollo Zeus si inserisce all’interno del progetto europeo ‘Enable’ – Early Network-based Action against violent Behaviours to Leverage victim Empowerment – il quale costituisce un modello d’azione innovativo ed efficace, che amplia l’efficacia dello strumento di natura amministrativa dell’ammonimento del Questore destinato ai responsabili di condotte delittuose considerati ‘reati sentinella’: si tratta delle fattispecie previste dagli articoli 581 (percosse), 582 (lesioni personali) e 612 bis (stalking) del codice penale. Con l’adozione del ‘Protocollo Zeus’, già adottato in altri capoluoghi di regione italiani, si vuole agire non più soltanto sulla repressione ma soprattutto sulla rieducazione attraverso un percorso di consapevolezza che conduca ad una più lunga e consolidata azione di prevenzione, mettendo in condizione il soggetto maltrattante di non perseverare nei suoi comportamenti riconoscendone la pericolosità.
[c.st.]