28.01.2023 – 13.44 – Veneto, Friuli Venezia Giulia, Italia, Balcani, Europa. Il fronte degli investimenti volge verso est, nell’area balcanica; è l’Europa a chiederlo e l’Italia risponde. Se ne è discusso in questi giorni a Trieste, considerata la porta d’accesso privilegiata verso i Balcani. L’occasione di un lungo confronto è stata la Conferenza Nazionale “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione”: un lavoro che compete alle imprese, che non saranno lasciate sole nel processo dell’internazionalizzazione. Saranno realtà come Finest, società d’eccezione a livello italiano in quanto dedicata all’internazionalizzazione nei paesi di prossimità, a sostenerle: “Si tratta quasi di un mercato interno – ha detto durante il suo intervento il presidente di Finest, Alessandro Minon – alla base c’è la volontà di fare sistema fra lo stato e la società civile”. Stabilità e progresso passano per il lavoro che l’Italia può e deve fare nei Balcani, ma non solo: nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo; la chiave sta nella collaborazione. Se l’export verso i Balcani nei soli primi nove mesi del 2022 è valso al Veneto 4 miliardi, guardando al totale, i prodotti veneti rappresentano oltre il 16 per cento delle esportazioni verso l’est Europa.
E Minon conferma: “Grande quota la fa il Veneto, con una cifra di circa 4 miliardi di euro, subito dopo c’è il Friuli Venezia Giulia. Le nostre regioni hanno la naturale propensione a muoversi verso territori vicini che considerano amici e dei quali conoscono la propensione all’investimento”. La regola d’ingaggio è una: ottenere finanziamenti velocemente, accelerando i risultati. Già dal 2019 è il progetto Sistema Nordest, frutto di un accordo tra le due regioni, che assieme alla finanziaria triveneta spinge le imprese verso l’internazionalizzazione portando alle aziende “concretezza e attenzione”, conclude Minon.
L’entrata della Croazia nell’area Schengen si contrappone alla tensione politico militare tra Kosovo e Serbia, uno scontro (per ora) solo politico e, soprattutto, obnubilato dal conflitto tra Kiev e Mosca. “Le nostre imprese hanno intense relazioni con l’area balcanica – spiega all’Ansa Roberto Boschetto presidente di Confartigianato Veneto – basti pensare ai 900 milioni di euro di import di tessile abbigliamento e calzature registrati da gennaio a settembre 2022, e se l’apertura della Croazia porterà un indubbio vantaggio nella mobilità grazie al corridoio di sbocco alla A4 che attraverso Zagabria porterà verso est direttamente a Budapest, in Ungheria, e verso la Bosnia-Erzegovina, l’Albania e la Serbia che è uno dei primi mercati fuori dall’Ue”.
mb.r