14.06.2023 – 09.05 – Da molti anni, la Regione del Veneto si impegna attivamente nel progetto della Rete degli Empori della Solidarietà, un’iniziativa che valorizza l’attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari da parte degli Enti del Terzo Settore. L’obiettivo è fornire assistenza alle persone a rischio di marginalità attraverso progetti personalizzati, rappresentando un importante strumento di contrasto alla povertà e di promozione dell’inclusione sociale.
La Rete degli Empori della Solidarietà è diventata un punto di riferimento fondamentale nella programmazione regionale e nel sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali a livello locale. Il progetto si pone l’obiettivo di garantire a tutti il diritto al cibo attraverso la riduzione degli sprechi alimentari, operando in stretta sinergia con l’organizzazione della prevenzione sanitaria per promuovere una sana e corretta alimentazione, nonché con l’Arpav per quanto riguarda gli aspetti ambientali legati al riciclo e al riuso.
Attualmente, la rete conta su 27 enti gestori che gestiscono complessivamente 28 empori, distribuiti in tutte le province della regione. L’unica eccezione è la provincia di Belluno, dove una forte rete di comunità ha da sempre svolto un ruolo significativo nell’affrontare le sfide legate alla povertà e alla solidarietà.
La Rete degli Empori della Solidarietà rappresenta quindi un’iniziativa di valore che contribuisce attivamente alla lotta contro la povertà e allo spreco alimentare. Grazie al lavoro congiunto degli Enti del Terzo Settore, della Regione del Veneto e di altre istituzioni coinvolte, si promuove l’accesso al cibo per tutti, garantendo un sostegno concreto alle persone in situazioni di vulnerabilità sociale.
L’impegno della Regione del Veneto nel promuovere questa rete di solidarietà dimostra la volontà di creare una comunità più inclusiva, sostenibile e consapevole dell’importanza di condividere le risorse in modo equo.
“Nel 2022 gli empori solidali veneti hanno aiutato 150.583 persone in stato di necessità. Lo hanno fatto recuperando 62.892 quintali di eccedenze alimentari e coinvolgendo migliaia di volontari e di associazioni nel territorio. Si tratta di un grande sostegno alle fasce più fragili della nostra comunità ma anche di un’azione che interviene attivamente nella lotta allo spreco. Sono poche indicazioni che sottolineano come il mondo che ruota intorno a questo ambito della solidarietà sia una delle migliori espressioni del nostro Veneto. Non ci troviamo certamente davanti ad una soluzione esaustiva al problema della povertà, infatti, ma è una grande testimonianza concreta del valore dell’accoglienza, della solidarietà, della gratuità. Caratteristiche che sono da sempre delle nostre comunità, coniugate ai valori attuali di sussidiarietà, circolarità e sostenibilità”.
Sono parole dell’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin, in occasione dell’apertura dei lavori a Venezia del primo Festival degli Empori della Solidarietà del Veneto.
“L’esperienza portata avanti fino ad oggi ci dice che la rete degli empori rappresenta un vero e valido servizio per l’intera comunità – sottolinea l’Assessore -. Non si tratta soltanto di distribuzione alimentare ma di un vero strumento per intercettare e sostenere le persone e le famiglie più vulnerabili; ne è dimostrazione l’importante ruolo svolto durante la pandemia e nel periodo attuale caratterizzato dalla crisi internazionale conseguenza della guerra in Ucraina. Come Regione siamo determinati a sostenere questa grande realtà: l’ultimo finanziamento è stato disposto con una specifica delibera alcuni mesi fa per un totale di 900.000 euro. La rete è frutto di uno sviluppo nel corso degli anni. Nel 2015, infatti, ne facevano parte solo 7 empori, nel 2019 erano già 24, nel 2020 la rete è stata allargata a 26 Empori e nel 2021 si è raggiunto il numero attuale di 28 realtà”.
“Sosteniamo la rete degli empori – conclude l’assessore Lanzarin – con la certezza che si interviene non solo materialmente a sostegno delle famiglie e a tutta la società. Prevede, infatti, per le persone e le famiglie assistite l’attivazione di percorsi di inclusione sociale, intervenendo per la riduzione delle disuguaglianze sociali e contro l’insorgere di nuove vulnerabilità, fenomeno che, purtroppo, è ancora presente anche nel Veneto in cui accanto alle tradizionali forme di emarginazione, affiorano nuove situazioni di povertà che vedono sempre più famiglie costrette a vivere in solitudine il loro disagio”.
[g.m]