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giovedì , 21 Novembre 2024

Escursioni al confine tra storia e misticismo. In cima al Castellazzo il Cristo pensante

18.08.2023 – 08.10 – Ai confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sconfinando nel vicinissimo Trentino-Alto Adige, è consigliabile un’escursione in montagna, destinata a tutta la famiglia, tra natura, storia e misticismo. Si tratta di un tragitto semplice che può essere affrontato anche con i bambini e che per un alone di spiritualità che lo accompagna può essere considerato quasi un pellegrinaggio alla ricerca della pace interiore. L’itinerario, inaugurato nel 2009, parte da Passo Rolle a m.1980, dove è possibile lasciare la macchina nel grande parcheggio e prosegue per una strada forestale non troppo ripida, percorsa anche da un servizio navetta, fino alla Baita Segantini. Qui il piccolo rifugio, che sembra sbucare dalle acque cristalline del vicino laghetto, a mt.2200, appare in tutta la sua bucolica bellezza e offre la possibilità di rilassarsi in mezzo ai prati magari facendo un pic-nic. Ma poi il percorso prosegue fino alla cima del Castellazzo, un’isolata montagna che si erge di fronte alle ben più note Pale di San Martino, quasi come una via crucis per raggiungere sulla sua sommità la grande statua del Cristo Pensante affiancata da una croce.

Collocata nel 2009 su questa brulla montagna, che ha visto aspri combattimenti durante la Prima Guerra Mondiale, per iniziativa di Pino Dellasega, campione mondiale di orienteering e sci di fondo, è un blocco di marmo bianco con evidenti striature di colore nero, che ritrae il Signore dedito a riflettere, forse sulla grande sciagura che è ed è stata la guerra! Il monte Castellazzo infatti, per la sua posizione strategica, dominante rispetto al valico dolomitico del Passo Rolle, è stato durante il primo conflitto mondiale un luogo di grande importanza militare, con molte postazioni, realizzate prima dall’esercito austro ungarico e poi riconquistate dall’esercito italiano. Costellato di casematte, muretti a secco, trincee e “stoli”, piccole nicchie chiamate così nel dialetto locale, scavate per ospitare uomini, viveri e munizioni in modo da poter resistere ai bombardamenti dell’esercito avversario è stato anche la tomba di molti giovani soldati. La statua di Cristo assorto, che come le cime circostanti assume all’alba e al tramonto un colore rossastro, con la corona di spine sulla testa realizzata con il filo spinato, recuperato tra gli attigui campi di battaglia, sembra quasi un monito affinchè quella tragedia non si ripeta e le parole di Maria Teresa di Calcutta sulla lastra di ferro posta alla base “Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere” sembrano esortarci ad assaporare tutto il bello che la vita ci riserva, iniziando dal bellissimo panorama che si gode dalla cima.

[s.f]

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