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lunedì , 16 Settembre 2024

Gagliardetti di serie A: piccolo viaggio tra aneddoti e curiosità

29.07.2024 – 14.54 – La passione per il calcio, si sa, fa battere il cuore a milioni e milioni di italiani. Viverla nel quotidiano vuol dire lasciarsi prendere dalle emozioni dei grandi match, ma anche scendere in campo personalmente per scaricare le tensioni fisiche della giornata e costruire ricordi speciali con persone care.

Non dimentichiamo, oltre a tutto ciò, il collezionismo. Esistono oggetti che, esattamente con i palloni e le indubbiamente amatissime magliette, gadget molto richiesti, sono in grado, al primo sguardo, di richiamare alla mente momenti unici della storia di un team: si tratta dei gagliardetti.

La loro importanza è massima per qualsiasi squadra, anche quelle locali e amatoriali. Procurarsi gagliardetti stampati da esporre presso la sede, da scambiarsi con gli avversari, gesto con una valenza simbolica potentissima, o da vendere in occasioni di eventi vuol dire avere riferimenti concreti per ricordare le tappe più importanti della storia della squadra, per esempio le vittorie più rilevanti. Sull’e-shop IdeaBandiere, ad esempio, è possibile ordinarne in pochi click di personalizzati con i colori, il nome e il logo che si preferisce.

Cosa raccontano quelli delle grandi di serie A? Partiamo dai campioni d’Italia 2023/2024, l’Inter.

In questo caso, abbiamo un gagliardetto che è cambiato nel tempo. Solo i veri tifosi sanno infatti che la figura del biscione, simbolo dei Visconti, famiglia fondatrice del Ducato di Milano, è stata introdotta oltre 70 anni dopo la nascita della squadra, ossia nella stagione 1979/1980.

Pure nel caso della Lazio e della sua aquila che troneggia sul gagliardetto si parla di vari cambiamenti nel corso dei decenni.

Dopo una prima introduzione nel 1912, la figura del rapace venne reintrodotta nel 1974 grazie a un’iniziativa del presidente Fortunato Ballerini, intenzionato semplicemente a richiamare il concetto di maestosità. Quale animale meglio dell’aquila, da lui vista più volte sorvolare le vette durante le passeggiate in montagna, sua grande passione, sarebbe stato in grado di farlo?

Il gagliardetto del Milan, elaborato in concomitanza con la fondazione del club e con peculiarità scelte dal primo capitano Herbert Kilpin, punta invece sui significati dei colori. Il nero, per esempio, è stato inserito per richiamare la paura che avrebbe dominato gli avversari vedendo scendere in campo la squadra.

Tra curiosità legali, tra cui quella della lupa del gagliardetto della Roma, che non ha potuto essere registrata come marchio prima del 1997, e la scelta di riproporre l’aspetto delle maglie da sporche – questo è accaduto, per esempio, con la decisione di passare dal rosa al bianco e nero per le maglie della Juventus – i gargliardetti ci portano davvero alla scoperta di un calcio genuino e pieno di sentimento, che va al di là di qualsiasi operazione commerciale e ci riporta alla passione viscerale per lo sport, la socialità e la condivisione di valori.

[n.t.k.]

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