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sabato , 7 Giugno 2025

Il Veneto anticipa i fondi statali per garantire l’assistenza domiciliare ai non autosufficienti

05.06.2025 – 12:45 – In un contesto di crescente pressione sul sistema di welfare e in assenza di trasferimenti immediati da parte del governo centrale, la Regione Veneto ha deciso di intervenire con risorse proprie per garantire la continuità delle prestazioni domiciliari rivolte alle persone non autosufficienti e con disabilità. Con una delibera approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, sono stati stanziati oltre 71 milioni di euro destinati a coprire i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS), in particolare le cosiddette “impegnative di cura domiciliare“. Il provvedimento si configura come un’anticipazione del finanziamento previsto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso il Fondo per la Non Autosufficienza, i cui fondi risultano tuttora non erogati. La Regione ha dunque deciso di non attendere i tempi dell’amministrazione centrale, garantendo direttamente la prosecuzione dei servizi. Le risorse sono state distribuite tra le Aziende ULSS e gli enti capofila degli ambiti territoriali sociali, assicurando la continuità di un’assistenza che interessa migliaia di famiglie venete.

“Si tratta di un intervento fondamentale per evitare interruzioni nell’assistenza domiciliare a persone fragili, spesso in condizioni di grave disabilità,” ha dichiarato l’assessore Lanzarin. “Il nostro obiettivo è tutelare le famiglie e assicurare loro un sostegno concreto, anche in assenza di certezze sui tempi di trasferimento delle risorse statali.”

Le impegnative di cura domiciliare – indicate con le sigle ICD A, B, M, Sla, tra le altre – rappresentano un sostegno economico erogato direttamente alle famiglie per facilitare l’accesso a servizi di assistenza a domicilio. Oltre a garantire prestazioni essenziali, queste misure riducono il ricorso a strutture residenziali, contribuendo a contenere i costi del sistema sanitario e a favorire una maggiore qualità della vita per i beneficiari.

Il finanziamento straordinario conferma la volontà del Veneto di mantenere alta l’attenzione sulle politiche di welfare, in una fase in cui la tenuta dei servizi sociali è messa a dura prova da dinamiche demografiche e ritardi istituzionali. Il gesto potrebbe alimentare il dibattito sulla redistribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, soprattutto in ambiti come l’assistenza sociale e sanitaria, dove l’autonomia gestionale è spesso condizionata da variabili finanziarie non sempre prevedibili.

In attesa dell’effettivo trasferimento delle somme da Roma, la mossa del Veneto evidenzia una delle principali criticità del sistema: la dipendenza da fondi centrali la cui erogazione non sempre coincide con le scadenze operative.

[c.v.]

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