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L’educazione digitale, tra rischi e vantaggi

di Ayrin Pettorosso
29.12.2023 – 13.00 – Per educazione digitale si intende quell’insieme di discipline che si pongono come obiettivo quello di permettere ad ogni individuo di saper utilizzare gli strumenti tecnologici e culturali utili per vivere meglio ed essere parte integrante della società moderna. Questo specifico tipo di educazione è improntato su spiegazione ed insegnamento di vantaggi e opportunità che il mondo digitale porta con sé, ma anche i rischi che direttamente ne conseguono, anche se spesso sono sottovalutati. Gli obiettivi principali sono, innanzitutto, quello di spiegare come usare le nuove tecnologie, seguendo norme di comportamento e un iter di responsabilità e senso critico. È inoltre necessario mettere in guardia gli utenti su fenomeni come il cyberbullismo, il body shaming, le challenge pericolose, i furti d’identità o il grooming (adescamento di minore online), che purtroppo rappresentano solo alcune delle piaghe principali di questo secolo e le cui vittime sono soprattutto i giovani, in gran parte minorenni.

Soprattutto negli ultimi anni, la tecnologia è diventata uno strumento estremamente potente e utile alla risoluzione creativa dei problemi. Incoraggia, inoltre, all’apprendimento collaborativo, smettendo di essere una semplice aggiunta ai programmi didattici per bambini e ragazzi, diventando un aspetto fondamentale per il futuro dei giovani.

I ragazzi risultano, però, essere gli individui maggiormente esposti ai pericoli del web, in quanto sono i maggiori fruitori soprattutto delle piattaforme social. Infatti, si è constato che manca una reale consapevolezza circa i rischi di natura personale e legale che si corrono nella condivisione di contenuti, a partire dalle più comuni problematiche legate alla violazione della privacy per immagini e video. Per tutelare i propri figli, i genitori dovrebbero documentarsi e di conseguenza educare i ragazzi ad un comportamento sicuro sul web, in quanto l’esempio genitoriale risulta essere basilare. È stato proprio il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, a pronunciarsi in merito, denunciando la mancata coscienza dei genitori nel postare foto dei propri figli e sostenendo che, nonostante esistano leggi a tutela della privacy e delle immagini dei minori, queste non vengano rispettate anche davanti alla presentazione di denunce: “Denunciamo alle autorità competenti le foto di bambine e bambini pubblicate da persone comuni, influencer e genitori vip sui Social network, in barba a tutte le disposizioni in tema di privacy dei minori, ma nessuno finora è mai intervenuto. Un fenomeno, quello dello ‘sharenting’, spiega Rienzi, “estremamente pericoloso, perché le foto dei minori finiscono senza alcun controllo sulle piattaforme dei network col rischio che le immagini siano utilizzate per fini illeciti.”

Per portare i giovani ad ottenere le competenze informatiche necessarie ed evitare situazioni spiacevoli, è fondamentale anche la figura dell’insegnante, che deve essere preparato e disposto a fare da mentore ai ragazzi che si accingono ad entrare nel mondo delle informazioni online. Questa figura non deve solo trasmettere la consapevolezza nell’utilizzo dei mezzi, ma deve anche predisporre negli alunni le competenze necessarie per distinguere le informazioni attendibili dalle fake news, i siti sicuri da quelli che non lo sono. L’educazione digitale non è solo una questione giovanile ma va applicata a tutte le fasce d’età.

In Italia, questo problema è accentuato dal divario tecnologico presente tra le varie aree geografiche, infatti le regioni più a sud risultano essere quelle meno digitalizzate, e di conseguenza meno informate sull’argomento. A questo proposito, però, esistono delle associazioni che si dedicano a colmare questo divario tra cui Fondazione CDP e l’impresa socialeCon i Bambini, che collaborano promuovendo il bando “Strumenti per crescere” al fine di  contrastare la povertà educativa minorile attraverso lo stanziamento di una somma di circa 3 milioni di euro.

[a.p]

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