09.07.2022 – 11.00 – Nei primi mesi del 2022 è stato registrato, a livello nazionale, un sensibile calo nei decessi sul luogo di lavoro. Un decremento del -16% che, dopo l’era Covid, evidenzia piuttosto un forte aumento delle denunce di infortunio: +48% rispetto al 2021. Tra i settori più colpiti, nella realtà dei fatti, viene evidenziato proprio quello della sanità: stando al report dell’osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega engineering (che basa la propria analisi su dati INAIL), il calo percentuale è dovuto all’assenza delle “morti covid”; lo scorso anno, nel primo quadrimestre, gli infortuni mortali per covid erano 210 su 306. Quest’anno sono 6 su 261. La stima che viene fatta degli infortuni mortali “non covid”, ad oggi, vede un aumento del 166%. “Sono 364 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del paese nei primi mesi del 2022 – osserva è Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio – con una media angosciante di oltre due morti sul lavoro al giorno. In netto aumento, inoltre, le denunce di infortunio, che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso aumentano del 48%”. L’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, in Italia nei primi cinque mesi dell’anno è di 11,9 decessi ogni milione di occupati.
L’analisi divide lo stivale in zone: rossa, arancione, gialla e bianca. Ad aggiudicarsi la maglia nera sono Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Calabria. In zona arancione, invece, il Veneto: qui l’incidenza infortunistica è compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale. Venezia risulta al 29° posto con il 17,2 di incidenza sugli occupati e sei casi totali.
A finire in zona rossa al termine dei primi cinque mesi del 2022, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 11,9 ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Calabria.
In zona arancione: Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Marche e Abruzzo.
In zona gialla: Sicilia, Umbria, Lombardia, Lazio, Campania e Molise.
In zona bianca: Sardegna, Basilicata, Liguria, Friuli Venezia Giulia.
A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è ancora la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (47). Seguono: Veneto (28), Emilia Romagna (26), Lazio e Piemonte (23), Toscana (21), Puglia (17), Campania (16), Sicilia (15), Trentino Alto Adige (13), Marche e Calabria (8), Abruzzo (6), Sardegna (5), Umbria (4), Liguria (3), Valle D’Aosta 2, Molise, Basilicata e Friuli Venezia Giulia (1).
mb.r