di Zeno Saracino
20.01.2023 – 11.45 – Il fantasma dell’indagine Unabomber continua ad ammantare il Nord Est, a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Un’operazione, quella compiuta dall’anonimo attentatore, che oggigiorno risulterebbe impossibile, considerando la pervasività di telecamere e cellulari capaci di fotografare e riprendere. Ma intanto il caso persiste, nonostante la molteplicità di false piste raccolte negli anni. La Procura di Trieste ha infatti riaperto le indagini lo scorso novembre 2022 ed era giunta l’ipotesi, riportata da Il Piccolo, secondo cui si sarebbe affidata una perizia tra gennaio e febbraio 2023. Attualmente, nel riordino dei materiali del caso, sono coinvolti rispettivamente il procuratore della Repubblica di Trieste Antonio De Nicolo, il collega Federico Frezza e il team di investigatori. L’obiettivo ormai prossimo consiste dunque nell’avere un nuovo esame delle prove a disposizione. Specificatamente ci si riferisce alla ‘novità’ di un capello bianco rinvenuto vicino all’uovo esploso nel supermercato ‘Il Continente‘ a Portogruaro e ad altri due capelli invece ritrovati a San Stino di Livenza, sul luogo di una delle tragiche esplosioni. Vi sono poi dei peli che erano rimasta appicciati a del nastro adesivo di un’altra bomba del criminale.
Quando la procura di Trieste intervenne all’epoca per esaminare le prove dell’Unabomber, decenni orsono, non aveva a disposizione tutte le prove invece oggigiorno presenti. Si presenta dunque l’opportunità rara di avere un quadro complessivo, al cui interno l’esame genetico dei peli e dei capelli potrebbe giocare un ruolo determinante.
Come sempre, considerando le cadute e gli errori nel caso pluridecennale dell’Unabomber, si tratta di notizie da considerare con cautela, in attesa di successive dichiarazioni.
È stata formulata ieri, 19 gennaio 2023, una richiesta di incidente probatorio indirizzata al GIP di Trieste. L’obiettivo è di sottoporre a indagine genetica dieci reperti a suo tempo sequestrati tra gli oggetti attribuibili al famigerato Unabomber. L’indagine potrebbe fornire nuovi indizi per l’identificazione del responsabile e/o dei responsabili degli attentati di trent’anni fa.
Il comunicato informa poi che “questo Ufficio ha dovuto necessariamente considerare ‘persone sottoposte ad indagine’ tutti colore che avevano rivestito tale posizione nel corso dei procedimenti avviati all’epoca dalla Procura della Repubblica di Trieste e successivamente archiviati; inoltre ha dovuto iscrivere nel registro degli indagati un’altra persona sulla base di una fonte dichiarativa la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare”.
[z.s]