28.01.2022 – 19.05 – Chi da ragazzino in estate, magari in campeggio, o sulla spiaggia, non si è lasciato affascinare dall’idea di avere un tatuaggio, seppure per poco tempo? È il caso del tatuaggio all’henné, giunto in occidente come moda, è in realtà una pratica antichissima diffusa tra le popolazioni dell’Africa settentrionale e orientali, utilizzate in particolare come decorazioni su mani e piedi per scopi benauguranti e protettivi, come ad esempio nel caso dei riti nuziali.
Ma cos’è esattamente l’Henné? Si tratta di una tintura naturale derivante dalle foglie essiccate e polverizzate di una pianta chiamata henna. L’utilizzo della tintura, inoltre, proprio per il suo colore rossiccio, viene impiegata anche come colorante per i capelli scuri in quanto in grado di donare riflessi ramati, e, negli ultimi tempi, anche per intensificare l’arcata sopracciliare.
Quali sono i rischi? Ovviamente sarà in generale più sicuro effettuare il tatuaggio all’henné in centri specializzati (evitando quindi stand lungo strade, spiagge o mercatini). Un buon tatuaggio all’henné, se eseguito correttamente, richiederà comunque parecchio tempo per fissarsi sulla pelle, sarà di colore rosso-arancione e non sarà molto resistente ai lavaggi, e durerà quindi alcune ore. Il rischio più comune è però che in aggiunta all’impasto base vi sia la para-fenilendiammina, utilizzata solitamente per rafforzare il colore ed il fissaggio, una sostanza causa di quella che viene definita “dermatite da tatuaggio”: in questo caso il disegno all’henné si fissa più rapidamente, appare più scuro e dura alcuni giorni. Come consiglio generale se a seguito di un tatuaggio temporaneo all’henné, dovesse manifestarsi una reazione cutanea, sarà buona cosa consultare immediatamente un dermatologo.
di Nicole Petrucci